Una settimana fa potevo dire di essere così tanto rilassata dalle acque di saturnia da affermare di non ricordarmi nemmeno più chi ero. Oggi invece sono così stressata da non sapere davvero più chi sono. Fra domenica e lunedì ho vagato nella notte in casa alla ricerca del bagno. Quando ci ripenso rido perché mi sento davvero una cretina, ma ero così tanto stanca che avevo bisogno del bagno ma non riuscivo a svegliarmi.
Stamattina non riuscivo ad alzarmi.
È iniziato il periodo no dell'anno fra impegni, consigli di classe, scrutini, decisioni difficili ed esami. Non voglio proprio pensare come ne uscirò. L'anno scorso ne sono uscita in ospedale.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
E pensa che ho sempre creduto che questo per chi insegna, fosse il periodo migliore dell'anno, vicino alle ferie e in cui si tirano le somme di un anno di lavoro.
RispondiEliminaDel nostro mestiere all'esterno arriva solo il bello.... mai gli aspetti negativi. Ma forse è meglio così :)
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