Se c'è una cosa che.mi riempie di gioa quella è panificare.
Mi piace fare il pane, vederlo lievitare, vederlo cuocere e naturalmente mangiarlo.
Un pane ben fatto mi riempie di gioia vera, e mi fa venire il sorriso dopo un giorno un po' incasinato.
Il mio pane mi fa sentire una casalinga perfetta. Una mamma speciale.
Meno male che c'è il pane: piccola gioia nelle mie cupe giornate.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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