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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Compiti delle vacanze per adulti

  Di solito l’estate per me era il momento per grandi letture, anche un libro al giorno. Quest’anno non riesco  proprio a leggere, anzi non ho mai letto un solo libro mentre ero incinta, nessuna delle tre volte. Quest’anno poi ci si è messo pure il covid a minare la mia capacità di attenzione e di leggere proprio non se ne parla. Ma le giornate sono lunghe, lunghissime e spesso sono sola, così ho acquistato questi libretti che sono fatti proprio come i libri dei bambini. Trattano argomenti diversi, dalla letteratura alla storia ma anche la politica e L’attualità. Spesso arrivo alla soluzione tramite ragionamento e deduzione, perché magari non conosco tutte le risposte. Spesso sbaglio, anche nel mio campo. Specialmente quando bisogna scrivere le date. Alcune volte penso giusto e poi scrivo sbagliato e mi arrabbio un sacco perché nonostante abbia pensato la cosa giusta poi ho scritto il contrario. Do sempre la colpa al Covid ovviamente. La nebbia cognitiva sembra diradarsi rispetto a qua

Letture a picco

  Io grande lettrice da 100 libri l’anno quest’anno da gennaio non sono più riuscita a finire un libro. Durante le gravidanze non sono mai riuscita a leggere. Questa volta pensavo di riuscire, un paio penso di averli anche letti poi ne ho lasciati lì ben 4, iniziati e mai finiti. Ora post covid non ho la concentrazione adatta per leggere più di una pagina.  Stamattina per ovviare al tempo passato su Instagram mi sono comprata un libro intitolato quaderno delle vacanze per adulti, dove ci sono quiz ed esercizi tipo i libri delle vacanze di scuola, chissà magari mi piace e passo il tempo diversamente e magari ripasso anche qualcosa perché tra le materie incluse ovviamente c’è arte e letteratura. Ho sempre paura quando cerco di scoprire se la nebbia cognitiva del Covid riguardi, oltre alle azioni quotidiane e ai ricordi delle cose di tutti giorni, anche quello che so come conoscenza, insomma le cose che so per lavoro. Quello mi preoccupa tanto. Ma non ho il coraggio di testare. Forse per

Di controllo in controllo

 Scusate ma non so parlare d’altro che di Covid. Del mio Covid. Sono negativa dal 23 maggio, ma per me non è finita quel giorno. Polmonite e pleurite non sono sparite con il virus. Sono rimasta ricoverata fino al 4 giugno e ora continuano i controlli, perché di stare bene ancora non se ne parla. Martedì di nuovo in ospedale per la mia doppia vita da vampiro. Ogni 20 giorni ho disperato bisogno di un refill di sangue, non ne esco. Aspettare il sangue è davvero snervante... arrivi, fai tutte le analisi, aspetti il risultato, in base agli esiti decidono di quanto ne hai bisogno. Poi lo ordinano, lo preparano, e solo ore dopo puoi avere la tua sacca che ci impiega più di un ora ad entrare dentro di te. Poi occorre ancora mezz’ora di osservazione e poi sei fuori. Io sono alla mia terza sacca e chissà quante ne avrò da fare per tutta la vita. Ho continui controlli alla bambina, uno alla settimana perché non sanno cosa può accadere. Niente sicuramente, ma vogliono esserne sicuri. Intanto manc

Una vita normale

 Dopo tutti i giorni passati in ospedale non è facile ritrovare un equilibrio. Ci sono cose che mi danno fastidio dopo giorni di isolamento perché non sono più abituata a dividere e condividere spazio e tempo con altri esseri umani.  Fati co un po’ a fare tutto. La mia autonomia è limitata. Però le poche volte che sono in giro mi sento bene, salvo poi essere stanchissima nelle ore successive. Mi danno fastidio i discorsi sul Covid, sui vaccini. Non riesco a capire come molte persone preferiscano accettare il rischio del Covid davanti al vaccino. È vero che tanti lo passano senza troppi problemi, effettivamente io sono una delle poche con esperienza devastante, ma statistiche alla mano fra i miei conoscenti che lo hanno preso ci si ritrova benissimo in quei numeri. Mia mamma è fuori dalle statistiche, ma ha avuto davvero tanta fortuna. Nella vita non si può avere sempre fortuna. Sono sempre un po’ confusa. A volte anche tanto. Spesso non riesco a mettere le parole in fila, faccio davver

il nostro corona Virus

  Il mio covid: 25 giorni di malattia acuta di cui 17 passati in ospedale. Terapia intensiva sfiorata per un pelo nonostante i miei 42 anni. 3 giorni a casa in convalescenza ma con gravi difficoltà, ieri sera volevo tornare in ospedale. Mia figlia positiva da  circa 30 giorni, oggi l'ennesimo tampone sperando che sia negativo perché la rivoglio a casa, mi manca come l'aria. In questo mese ho imparato a misurare i sentimenti per loro tre e so che sono veramente forti e soprattutto pari. Mi sono mancate loro due come mio marito. Mi hanno detto che mi sono sempre tenuta troppo appiccicate le mie figlie, ma tornassi indietro mille volte lo farei sempre io esito solo con la mia famiglia. Poi un giorno cresceranno e avranno la loro vita, ma io sono contenta di aver passato la mia vita con loro. Non sento bisogno di spazio mio.  Mio marito anche lui ricoverato 15 giorni, più dieci giorni passati in casa solo con l'altra bambina in condizioni davvero pessime. Bombardato di farmaci

Il quindicesimo giorno

  Sono ricoverata da 15 giorni ormai. Ho cambiato due ospedali, quattro letti e non ho ancora capito cosa mi aspetta. Mi hanno detto che nei primi giorni di ricovero sono stata vicinissima ad andare in terapia intensiva, ma ho ricordi vaghi e confusi, non mi sono resa conto di come stessi davvero. Ho ancora l’ossigeno, non mi riesce di alzarmi dal letto. Ho la polmonite e persino un versamento pleurico ma non prendo medicine perché sono alla trentesima settimana di gravidanza e sto aspettando di guarire da sola. Guarire da sola, in piena solitudine, perché sono in una stanza singola. Nessuna puerpera vuole dividere la stanza con me, hanno paura che attacchi il covid, peccato sia negativa da giorni e non possa attaccare niente a nessuno, ma la mala informazione regna sovrana e così ho vinto la stanza singola. Viaggio in un mare di solitudine, è un mese che sono lontana da mia figlia, mai successo, mi manca come l’aria. Scaccio via il pensiero ogni volta perché non è giusto che una bambi