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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Vorrei ma non posto - quello che avrei da dire sulla nuova maturità

Sono mesi, da settembre, che non si fa altro che parlare della "nuova maturità" e avrei di cose da scrivere! Solo che... vorrei ma non posto. Vorrei scrivere molto in merito, ma preferisco tacere i miei grandi pensieri e aspettare. Mi sembra che come per ogni tematica in Italia si stia facendo un grande polverone, fumo negli occhi, chiamatelo come volete, me poi alla fine non ci siano grandi novità, anzi mi pare un grande ritorno al vecchio. Ho letto la simulazione della scuola che ho frequentato io e mi è parso di leggere il mio tema di maturità, oggi una discoteca (edificio culturale che contiene registrazioni eh, mica un luogo di divertimento) allora fu un palazzetto dello sport. Cosa cambia? Poco. Però rimango a guardare. Io la mia idea me la sono fatta. Ho capito cosa devo fare. E so benissimo che fare discorsi nuoce gravemente agli studenti, sarebbe meglio rimboccarsi le mani e lavorare. LA distruzione dello studente moderno è l'estrema parcellizzazione del

Le Satire di Orazio

Avevo già letto alcune satire di Orazio, non tutte, solo alcune, mentro preparavo i miei esami di latino. Leggere gli antichi è sempre piacevole, ed è sempre notevole rendersi conto quanto erano moderni i pensieri già 2000 anni fa, sembra che il tempo si sia cristallizzato e di fatto non sia passato. E' necessario fermarsi e capire che i classici, non sono noiosi, ma davverofonte inesauribile di riflessione. In questa parziale rilettura mi sono soffermata tanto sul cibo. SU quello che Orazio ci racconta sul cibo, davvero interessante. Approcciare a certi libri senza il peso dell'obbligatoreità e dello studio ci fa apprezzare particolari inediti e sfumature interessanti.

24 febbraio 1933 XI

Sei nato il 24 febbraio 1933, XI. Probabilmente allora scrissero così la tua data di nascita, ma tu per tutta la vita sei stato ben attento a dimenticare quel numero romano accanto all'anno in cui sei nato. Il 1933 fu l'anno peggiore della depressione americana, ma probabilmente la nostra famiglia di contadini neanche se ne accorse, eri il primogenito, maschio, in una famiglia di contadini dove c'era tanto da lavorare, un sacco di bestie da governare, molti campi da coltivare. Probabilmente in casa nessuno sapeva che Enrico Fermi aveva battezzato il neutrino, perchè la prima a laurearsi in famiglia e per giunta in storia sono stata io. Probabilmente un mese dopo la tua nascita non si sono nemmeno tanto interessati al fatto che Hitler abbia avuto i pieni poteri dal parlamento, non immaginavano cosa avresti dovuto vedere con i tuoi occhi di bambino quando i bisnonni ti misero al mondo. In quel 1933, undicesimo dell'era fascista, sono successe tante cose, ma sei nato tu

Psicomagia: Una terapia panica

Questo libro mi è stato prestato da un'amica che legge queste pagine e ha pensato che mi avrebbe fatto piacere e bene leggere questo libro. Inizialmente l'ho letto tutto d'un fiato e molto velocemente, poi è rimasto nella borsa per diverso tempo e poi l'ho finito leggendelo a pezzi sull'autobus o nei ritagli di tempo. Per alcuni aspetti questo libro mi riguarda. E' il mio modo di essere, in pratica propone una filosofia di vita vicino a quello che io ho  sempre chiamato i miei "sogni nel cassetto" io desidero, desidero fortemente e poi si avverano, perché a forza di volerlo in qualche modo si avverano. Certo ci vuole una grande forza e devo dire che io questa forza l'ho persa, fose per questo me l'ha dato, perchè io la ritrovassi. Ma non riesco, ho anche perso la speranza. Ho passato anni a sperare che tutto tornasse come prima e ora sono un po' stanca di lottare. non sono negativa, sono stanca. Ho tenuto duro per anni e ora ho mollato la

Libertà

Grazie al cielo conosco mille e uno modo per evadere, anche quando non posso farlo fisicamente, anche se non posso prendere e andare via, ho tanti modi per trovare la felicità anche fra le mura di una stanza. Ho tanti interessi, ora sono fissatissima con la letteratura anzi con la filologia germanica ma anche con l’antropologia. Buttarmi in questi mondi mi riempie di felicità anche se sono incollata in una situazione che non mi piace, in una situazione che non mi dà scampo. Per fortuna ho il mio cassetto dei desideri che non mi abbandona e che mi fa andare avanti anche nei periodi più bui. Prima o poi arriverà il bel tempo.

Miscellanea di pensieri sull’anniversario della morte di Umberto Eco

Ci sono sere che decido di scrivere qualcosa e il “foglio” resta bianco, altre volte che ho veramente tante cose da scrivere e non so neanche da dove iniziare. Il mio argomento oggi voleva essere Umberto Eco. Tre anni or sono ci lasciava una delle più grandi menti intaliane. Ho pianto quando ho appreso la notizia. Era il mio intellettuale preferito, leggevo con foga e da sempre i suoi scritti.   Aspettavo con bramosia i suoi romanzi e me ne rammaricavo quando non li capivo fino nel profondo. E ora mi spiace non avere più queste sensazioni, aspettare un suo libro, l’attesa di un nuovo romanzo, una bustina di minerva. Ma sono comunque onorata di essere una miserevole nana che siede sulle sulle sue spalle di gigante e grazie al suo sapere riesce a guardare un po’ più avanti. E mi giunge all’uopo stasera questa citazione, la solitudine è una una specie di libertà. È una vita che soffro di solitudine, anche se sono circondata da persone mi sento sempre e comunque sola, devo iniziare a

Il Weekend

Con tante liste a disposizione sono andata a ripescare un libro in una vecchia lista. Avevo preso questa lista per una vecchia popsugar reading challenge e non avevo avuto il tempo di leggerlo e una sera in cui non mi andava nulla mi è parsa una buona idea leggerlo. E' un libro breve, poche pagine, che svolge la sua azione in appena due giornate scarse, ma è pieno di flashback, anche senza preavviso e questo può dar noia, soprattutto a chi preferisce storie lineari. Ma i flashback servono a costruire l'intriorità complicata dei personaggi e a contribuire all'introspezione. Per la sera è una lettura profonda, si adattava meglio ad una giornata al mare, ma certi libri capitano, di rado si annunciano. Inutile dire che ho apprezzato molto.

Neppure il silenzio è più tuo

Vorrei scrivere moltissime cose e riflessioni scaturite dalla lettura di questo bellissimo libro. Un libro di poche pagine ma pregne di spunti di riflessione. Credo che dovremmo soffermarci di più a riflettere su queste cose: genocidi, violenze, mancanza di giustizia, richieste di giustizia. Invece siamo ciechi e sordi. Preferiamo concentrarci sul nostro benessere personale, concentrarci su questioni futli piuttosto che sui grandi problemi dell'umanità. Allo stesso modo rifuggiamo la storia. Dimentichiamo velocemente per inciampare nello stesso odio che la razza umana porta nel DNA dalla sua comparsa sulla terra. Se invece che rifuggire da questa cosa chiamata storia imparassimo a conoscerla e ad apprezzarla credo che potremmo vivere in un mondo migliore. Ma non riusciamo. Spesso bisogna lasciare da parte i romanzi per ascoltare le grida di coloro che non si lasciano sopraffare. Certe cose vanno conosciute. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia. Leggiamo. Aprimao gli occhi

La colonna sonora della mia vita

Il nuovo lavoro mi ha portato una ventina di minuti da riempire con qualcosa, mentre da casa vado verso la scuola, sull’autobus con tutti i miei alunni. Non vogli ascoltare i loro discorsi, non voglio parlare con loro durante il viaggio, per cui ho riscoperto la musica. Mi sento studentessa come una volta quando ogni mattina compivo quel lungo viaggio di 60 minuti verso il Liceo in autobus, a volte parlavo, a volte leggevo e a volte mi portavo un walkman ma allora le pile costavano, andavano comprate, per non consumarle avvolgevo le cassette con la penna. Mi portavo un’unica cassetta, cercavo di farci stare più canzoni possibili, spesso registrate alla radio. Preistoria. Oggi ho comodamente a disposizione tutta la musica della mia vita a disposizione in streaming sul telefono. Il telefono dura ore e si ricarica ovunque, anche sull’autubus Se ne avessi bisogno. Posso ascoltare quello che voglio, e finisco sempre per ascoltare unplugged in New York dei Nirvana,  la mattina mi piace

Il primo giorno all’università

Formalmente Rachele oggi ha iniziato a frequentare l’università, a soli 8 anni e mezzo. Oggi ha avuto inizio il suo primo corso di Viola al Conservatorio e il Conservatorio è da considerarsi istruzione universitaria e quindi di fatto Rachele va all’università. Cosa assai strana, che mi fa un po’ sorridere però è così e lei ne va davvero fiera. Fra tutti gli strumenti ha scelto la Viola, l’Arpa, il pianoforte e il Saxofono. Strumenti molto diversi, ma così per provare, per familiarizzare con l’ambiente e la musica, poi vedremo se e quali portare avanti, oppure se iniziare a provare qualcosa di diverso. Il nostro conservatorio ha deciso di aprire alla cittadinanza e iniziare a fare laboratori con i bambini per avvicinarli a strumenti poco conosciuti e soprattutto poco praticati per far nascere in loro la voglia di suonarli ed amarli.  Noi abbiamo risposto alla chiamata e abbiamo una piccola ed entusiasta musicista che 3 pomeriggi a settimana si reca in conservatorio e ascolta quel

La voglia di andare via

Ho sempre avuto tanta voglia di partire, di andare via lontano. Di lasciarmi tutto alle spalle e provare la fortuna altrove. Ho sempre desiderato che il lavoro di mio padre ci portasse altrove, invece alla fine sono sempre rimasta qui, non mi sono mai mossa, eppure mi dico sempre che il mio posto è altrove, che prima o poi andrò via. ho così voglia di partire, provare a vivere altrove, cercare qualcosa di diverso. L'uomo è nomade, per millenni è corso dietro alle proprie prede spostandosi da una parte all'altra, ha scoperto nuove terre e ora, da pochissimo siamo diventati stanziali, eppure dentro di noi sentiamo questa pulsione al movimento, al viaggio, abbiamo bisogno di spostarci per stare bene. Non ci spostiamo più inseguendo il cibo, ma inseguendo un sogno. Sono sempre rimasta perché la paura di non trovare quello che vado cercando è troppo forte, la paura della delusione mi incatena qui.

Io, te e il mare

Forse non ho l'età per apprezzare questo libro. Non l'ho trovato poetico e bellissimo, ma patetico e davvero troppo simile a Milk and Honey, nella forma intendo. Solo che in Milk and Honey ci sono poesie, qui si passa da poesia a prosa e questo miscuglio prende la forma di un romanzo. La lingua è assolutamente gergale con la pretesa di essere aulica, spesso mi son chiesta se l'uso sconsiderato e libero della grammatica italiana fosse voluto oppure no. Io non scrivo per nulla bene, ma quando leggo ho certe pretese. Ripeto, forse non ho l'età per apprezzare questo libro. In futuro cercherò di stare molto lontana dal genere, perchè proprio non mi piace.

Un’immagine al mattino

In questi momenti difficili cerco di difendermi e scelgo che il brutto che mi circonda non mi può ferire, lo prendo e lo metto via. Solo io posso decidere chi mi può ferire. Solo io posso decidere cosa deve entrare in me. Così nel momento in cui si presentano negatività cerco di farle fuori con qualcosa. In questo momento con musica. L’unica cosa forte capace di cancellare il brutto.  Ma a volte anche un’immagine ha la capacità di accendermi, di catapultarmi in un vortice di emozioni positive che cancella le emozioni negative, come questa... un’altalena, un’altalena montata su palme... cosa c’e Di più positivo? E la mente vaga in mille altalene giocate nella mia vita, altalene felici, quella costruita dal nonno solo per me, quella di mia cugina nel pergolato, quella alla capanna al mare, altalene ovunque, sempre felici.  Focalizzarci sulla felicità è facile, lasciare fuori di noi i pensieri negativi è possibile, spero solo che non si nascondano da qualche parte per poi uscir

Tradizioni della buonanotte

Vittoria ormai è grande, va a letto da sola e si gestisce il suo sonno autonomamente, ascolta la musica e legge, a volte anche fino a tardi. Io rimango con Rachele, così autonoma da piccola, ora invece negli ultimi due anni non dorme più da sola. Viene nel mio letto, legge con me, andiamo a letto molto presto, tra le 8 e le 9 al massimo e lei legge per circa 20 minuti e poi si addormenta, il più delle volte abbracciata a me, come mai ha fatto da piccola. Io leggo, a volte molto, a volte poco. A volte faccio i power point delle lezioni, a volte scrivo, ma di rado. Di solito leggo, anche due o tre ore, se non sono stanca, se il libro mi piace. Aspetto che mio marito torni dalla palestra, ma spesso dormo, al mattino entro sempre alla prima ora e ormai la stanchezza inizia a farsi sentire. Spesso dormo prima io di Vittoria. La tele resta spenta,sempre. Qualche volta vediamo in streaming la puntata di Grey’s Anatomy tutte e tre nel lettone al pc, oppure di Young Sheldon, tutto rigorosame

Il tuo cuore blindato

Avevo iniziato questa serie nell'estate 2016, poi l'avevo lasciata lì, probabilmente presa da altre letture non l'ho portata avanti. Ora non avendo niente da interessante da leggere ho ripreso cose molto vecchie che stagnano nel kobo da anni e ho preso il secondo libro della serie. Non ha nulla a che fare con il precedente e non ha niente a che fare con il successivo, quindi non ho l'ugenza di finire la serie. Nel senso che ogni volume riguarda la storia d'amore di un componente della squadra di rugby del Cardiff. Anzi a dire il vero questo libro si svolge anche a 4 anni di distanza dal primo. Che dire? Niente di speciale. Insomma quello che mi ci voleva dopo giornate piene, una lettura davvero leggera e senza pretese, niente di travolgente e che mi sia piaciuto particolarmente.

La presentazione al Tempio, Mantegna vs Bellini

Questa è la presentazione al tempio di Andrea Mantegna. Dopo 40 giorni dalla nascita era usanza presso gli ebrei come prescritto nell'Esodo di presentare i bambini al Tempio. Così secondo Luca fecero anche Giuseppe e MAria presentando Gesù a Simeone. Su una cornice marmorea si appoggiano Maria, che tiene il piccolo Gesù in braccio fasciato e lo tende a Simeone. Dietro di Loro Giuseppe. Le figure senza aureola ai lati della tavola sono i ritratti di Andrea e Nicolosia sua moglie.  Anche il cognato, Giovanni Bellini a distanza di tempo ripropone la stessa iconografia ma qui i personaggi aumentano: a destra due uomini in questo caso Giovanni Bellini con Andrea o con il fratello Gentile, mentre a sinistra la mafre Anna e la sorella Nicolosia, insomma un rtratto di famiglia. Questa scena è più familiare e delicata rispetto a quella del mantegna dove viene sottolineata una certa drammaticità.

Buon Compleanno

Ieri la mia "bambina" grande ha compiuto 12 anni. Non sto passando un momento facile e sono certa di non essere riuscita a farle vivre un bel compleanno. Mi sono giustificata con parole "è l'adolescenza", ma so che vive anni di difficoltà che avrei voluto risparmiarle e non sono stata capace. Sapevo benissimo a cosa poteva andare incontro e ho cercato in qualche modo di alleggerire come potevo, ma potevo fare di più. Essendo la prima ho commesso molti errori, e ne commetto tanti, non sono una mamma modello nei suoi confronti, sbaglio molto e spesso non so nemmeno come rimediare. Spesso le mie scelte sono sono dettate dall'esperienza che ho come figlia, di come mi trattavano e di come ho vissuto e mio malgrado continuando a interagire con la me piccola continuo a fare degli errori, ma è l'unico modo che ho per fare delle scelte. Lei è la mia nave scuola della genitorialità, con lei è sempre stato tutto nuovo, dal primo attimo. E se mi guardo indietro

Anatomia dell'irrequietezza

Non avevo mai letto niente di Chatwin. Poi ho scelto di partire da questo libro. Una raccolta di scritti postuma che raccoglie scritti eterogenei. Alcuni mi sono piaciuti moltissimo. Li ho sottolineati e avrei voluto averlo di carta proprio per segnare bene certe parti e ritrovrale in futuro. Altre parti non mi sono piaciute per niente, anzi ho fatto tanta fatica a leggerlo, specie la sera prima di dormire dopo giornate faticose. Non è proprio il libro da leggere prima di dormire, ma qualcosa da leggere quando si è ben presenti e viglili pronti a capire. Certe parole mi hanno lasciato l'amaro in bocca, vorrei partire, vorrei andare via, vorrei scoprire, eppure sono ancorata qui. Forse quello di Chatwin era un mondo diverso, anche se come dice lui l'uomo è nomade. Mi sono venute in mente tante domande, troppe a cui posso dare solo una scusa come risposta. Per me un buon libro è quello che ti lascia un po' di sgomento, un po' di irrequietezza e una buona dose di domand