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Visualizzazione dei post da 2021

Il 2021

  Siamo alla fine dell’anno. Questo 2021 si conclude con una bella giornata di sole. Stamattina abbiamo fatto una bella passeggiata in riva al mare, mentre oggi pomeriggio prepareremo da mangiare. Noi quattro donne saremo a casa da sole, papà lavorerà. Dovevamo andare anche noi in caserma, ma con la situazione covid degli ultimi giorni abbiamo deciso di rimanere a casa, da sole. Quasi tutti i miei amici sono positivi oppure in quarantena… una vera strage. In questo Natale non abbiamo visto nessun amico, ognuno chiuso in casa con il suo covid. Per fortuna noi abbiamo terminato la quarantena di Rachele il 23 e per ora abbiamo evitato il contatto con il positivo per ben 3 volte sfuggendo alla quarantena. Il 2021 sarà ricordato come l’anno del Covid… non abbiamo avuto un attimo di tregua tra malattia e quarantene… nei miei 42 anni di vita penso che questo sia il peggiore anno della mia vita seguito poi dal 2012. Il 2022 quindi gioca facile, ci vuole davvero poco a far meglio del precedente

Holiday dreaming

  Durante questi lunghi mesi di pandemia sono riuscita a metter da parte un po’ di soldi per una super mega vacanza di quelle bellissime. Vorrei partire adesso, ma il maledetto covid mi frena, ho paura a spostarmi all’estero. Ho paura di rimanere bloccata, di aver difficoltà a rientrare, quindi per ora aspetto che tutto si calmi, perché sperare che sparisca è chiedere troppo. Cosa ho pensato? Alla vacanza della vita ovviamente. Le Maldive, perché ovviamente non ho messo così tanti soldi da parte per andare a Tahiti. Desidero così tanto una vacanza dove il mio unico impegno è stare in spiaggia sotto le palme o al massimo nuotare, o fare passeggiate su spiagge bianche. Veramente vorrei anche far godere a Vittoria la barriera corallina, ci siamo andati quando era piccola e non ancora biologa come adesso. Ma chissà se con il covid ci sarà il tempo di godersi questo viaggio. Probabilmente il 2022 vedrà qualcosa di più economico, magari una settimana in Egitto, il corridoio covid free mi sem

Il 2021

 Cosa voglio ricordare del 2021?  Livia. I suoi calci nella pancia, i suoi movimenti così tanto percepibili. La sua nascita, il momento bellissimo del skin to skin. Le nostre passeggiate in fascia, le sue risate, le nostre coccole. Mi voglio tenere strettale immagini delle mie tre bambine insieme che si coccolano, che stanno insieme, che sono unite. Voglio ricordare la promozione a capo squadra di mio marito, la sua posizione in graduatoria al concorso. Sono molto orgogliosa di lui ma come al solito non so dimostrarlo. Voglio ricordarmi tutti i bei voti di Vittoria a scuola, i 9 di fisica di chimica, di inglese… finalmente riesce ad avere ciò che ha sempre meritato, anche se spesso mi chiedo da chi abbia preso ad eccellere così nelle materie scientifiche soprattutto fisica. Cosa voglio gettare via? Il covid è tutto quello che ne consegue. Ci ha attanagliato più volte cancellando il mio compleanno, quello di Rachele e forse adesso anche il Natale, perché è da venerdì che stiamo attenden

Nuovo amore

  Le serie ti sono la mia passione da sempre, da Beverly Hills 90210 passando per Friends, vampiri, vichinghi, barbari di ogni genere, carabinieri nostrani, medici di ogni tipo e ora persino pompieri. Ammetto che se mio marito prestasse servizio attivo non riuscirei mai a guardare una serie sui pompieri, ma visto che da anni ormai è il re del centralino li guardo con interesse, anche se in qualche tipologia di intervento mi sento a disagio, specialmente quando viene presentato un salvataggio simile al suo infortunio. In realtà già più di vent’anni fa guardavo Third watch (che scopro ora essere  uno spin-off di ER), ma era più incentrato sulla polizia piuttosto che su paramedici o pompieri. Poi venne Station 19, spin off dì Grey’s Anatomy. Poi quest’estate ho scoperto che Jesse Spencer lasciati i panni del doctor Chase aveva vestito quelli di Matt Casey, lieutenant del truck della fire house 51. Come non vederlo? Poi insomma ero anche interessata a seguire Chicago med… così ho iniziato

Recap

  Penso di fare mille cose al giorno ma arrivata a sera ne ho fatte un paio, il resto le ho solo immaginate. La cura di Livia mi porta via tutta la giornata e per me rimane solo il tempo per pensare, penso di fare cose, ma non le faccio mai. Penso di mandare messaggi alle amiche, penso di riuscire a fare tutti i lavori di casa, penso di buttare la spazzatura, penso di scrivere post.  Penso, appunto, non faccio. Devo trovare il modo di fare invece che pensare.

Santa Barbara

  Oggi è Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco.  Sicuramente ha sempre uno sguardo su di noi, uno sguardo compassionevole è una mano in quel 2012 deve avercela messa pure lei. In questa giornata di solito si va in caserma a festeggiare: una messa, una dimostrazione, una piccola esercitazione e poi il rinfresco. A volte un pranzo tutti insieme se si è di turno. Pranzare o cenare in caserma è un po’ triste, perché spesso quando sei lì a ridere e scherzare suona l’allarme e tutti escono, e alla fine si rimane solo noi mogli. Ho passato Natali e capodanno in caserma, ma dopo quel 2012 un po’ tutto è cambiato. Spesso in Italia quando si è vittime si diventa carnefici in un attimo.

Omicron

  Oggi su Instagram il corriere della sera ha estratto queste parole da un articolo di Antonio Scurati, editorialista della testata. Ho stima di Scurati. Ho letto con piacere i suoi libri e li trovo ben costruiti dal punto di vista della ricerca scientifica. Anche se in questi giorni molti hanno detto che gli umanisti non hanno capacità di Capire la realtà odierna, io dissento. Io credo che molti umanisti conoscano e utilizzino il metodo scientifico per capire fenomeni tipicamente umani. Oggi Scurati butta lì una domanda, una domanda a cui uno scienziato non può rispondere perché coi dati in suo possesso non può preveder cosa accadrà. Un umanista invece raccoglie le paure dell’uomo e cerca di dare una risposta. Finirà? Anch’io inizio a nutrire dubbi. Inizio a pensare che dovremmo rivedere la nostra vita in ottica di una pandemia perenne. Ma in che modo? Abituarci a nuove abitudini come il distanziamento, la mascherina, l’igenizzazione delle mani, oppure accettando il rischio della mala

Il rumore della felicità

 Nonostante tutto mi sento felice.  Dall’ultima visita al Gaslini mi sento sollevata, non sento più il pericolo imminente, so che devo aspettare e vedere se la situazione si normalizza. Intanto Livia ha imparato a ridere. Non sorride solamente, ma ride, una risata argentina. Aspettavo questo momento con impazienza, queste risate mi colmano il cuore di felicità. Ricordo ancora la prima ristata di Rachele e la gioia di ascoltare quella di Livia è esattamente la stessa. Quando lei ride non penso più a nulla, solo ad essere felice. È una sensazione magica che mi godo fino alla fine. Volevo essere felice e lo sono davvero fino in fondo, sono in una bolla di felicità che spero rimanga tale per sempre.

Recap 2: la scuola

  Questi primi mesi di scuola “normali” dopo i continui salti in DaD degli anni scorsi sono stati abbastanza duri. A Vittoria il tempo non basta mai, è sempre a studiare e i risultati si vedono, continua a portare a casa dei 9 e io sono al settimo cielo. Dopo anni di difficoltà adesso vola. Alle elementari non aveva mai quelle pagelle traboccanti di 10, quelle pagelle “instagrammabili” che avevano i figli degli altri. Aveva persino dei 6, le elementari sono state tutte in salita. Le medie un po’ meglio, ma adesso va tutto a gonfie vele. Lei dice che va così bene perché adora quello che studia, perché le piace proprio fare i compiti e studiare. Io sono felice per lei, ma a volte non capisco come provi piacere a studiare fisica, io ho sempre avuto 2. Così adesso a tavola spesso si parla di matematica, fisica e chimica è molto meno di letteratura e arte. Grazie al cielo l’interesse per l’arte non è venuto meno, anzi è molto interessata ai procedimenti chimici del colore, del restauro e de

Wilbur Smith

  E oggi se ne è andato pure lui, Wilbur Smith. Ho iniziato ad apprezzarlo tardi, quando leggevo qualsiasi cosa riguardasse l’ Africa. Ovviamente ho seguito la famiglia  Courtney nelle sue imprese con moltissimo interesse. Ricordo che mi era stato consigliato ma non avevo voglia di leggerlo per via del.e grafiche delle copertine, mi parevano thriller e io non sopporto il genere, poi invece mi si era stagliata davanti l’Africa con la sua potenza. Ah l’Africa… chissà se  mai fonerò a vederla…

Recap

  Queste ultime settimane sono state intense e stancanti. Mio marito, sempre presente, nelle ultime 4 settimane ha fatto un corso di avanzamento e non è stato quasi mai a casa. Partiva alle 6:30 del mattino per tornare intorno alle 19. Non averlo sempre vicino è stato duro,  siamo abituati a stare sempre insieme e questa lontananza è stata dura. A volte sono stata sola, a volte ho fatto venire mia mamma. Mia mamma non è sempre di aiuto, anzi spesso mi devo occupare anche di lei, poi andiamo anche poco d’accordo e i Momenti di attrito ci sono stati. Fra poco mi scade la maternità obbligatoria e io non mi sento pronta ad andare al lavoro. Con Vittoria non avevo preso un solo giorno in più, ero tornata subito a lavorare. Con Rachele avevo preso altri 30 giorni, ma lavoravo all’ipsia allora, praticamente sotto casa.L’ambiente era più rilassato e se avevo problemi con il latte potevo farmi portare 10 minuti la bambina. Stavolta invece la scuola è abbastanza lontana, il covid è sempre una re

Un minuto d’arte

  Un libro divertente. Non è un manuale di storia dell’arte e nemmeno un libro per neofiti, prima di leggerlo qualcosa devi sapere se no si perde molta dell’ironia contenuta in queste pagine. Letto velocemente per me è stato divertente come un libro di barzellette e penso che lo consiglierò ai miei studenti come lettura estiva. Corto e divertente, pieno di curiosità che possono diventare utili durante una conversazione semiseria e che ahimè contiene anche riflessioni sull’Italia di oggi che comunque non riesce a valorizzare come dovrebbe il suo patrimonio artistico, in particolare mi riferisco al capitolo dedicato a Botticelli, anch’io la penso come lei.

Dimenticare

  Spesso accuso perdita dei ricordi. Ci sono momenti in cui mi è chiaro solo il presente e poi ho una manciata di ricordi del passato, pochi, tutto il resto non c’è, la mancanza assoluta di ricordi mi fa star male, soprattutto perché gli altri hanno sempre tantissimi ricordi da tirar fuori, io no. A volte non riconosco nemmeno chi ha fatto parte del mio passato, riesco a cancellare persino i volti. Sono convinta che questa dannatio memoriae sia un sistema di protezione inconscia, inconsciamente mi proteggo da me stessa e dal mio pessimo passato. Se mi guardo indietro, oggi ne sono sicura, ho un passato di violenze più o meno gravi protratte fino al 2017*. Pensavo di vivere nel Mulino Bianco e invece oggi ho la consapevolezza che era tutto un inganno. Tirarsi fuori, raggiungere questa consapevolezza, non è stato facile, in parte ne sarò sempre condizionata, ma capire che non è stato tutto rose fiori in qualche modo adesso mi fa stare bene.  Quando i ricordi affiorano devo fermarli, per

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello

 Anche questo libro era nelle mie tbr da moltissimo tempo. Un libro affascinante in cui vengono presentati casi particolari di persone con danni encefalici.  Gli esempi sono molteplici, ma ogni tanto mi sono messa a pensare a cose più o meno pertinenti e mi sono venuti dubbi… per esempio: la dote artistica è spesso messa in relazione a problemi neurologici di vario tipo, si pensi a Van Gogh e Munch, ad esempio. La risposta che ne ho desunto da Sacks è questa: se il cervello perde competenza nel linguaggio verbale lo acquisisce in altri linguaggi come la matematica oppure il linguaggio figurativo, ovvero il senso artistico. Anche se entrambi i linguaggi a volte possono essere usati in modo meccanico e non personale. Mi è parso anche di percepire che il via all’attrazione potrebbe essere stata scatenata da un problema di visione oppure da un danno cerebrale. Effettivamente conosciamo così poco del nostro cervello per essere sicuri che sia così, ma è interessante scoprire queste cose e pe

Di Rane, pecore e topi

  Non ne posso più di sentirmi appellare come rana bollita, pecora o addirittura topo. Probabilmente fra i miei contatti ci sono così tanti no vax che su Facebook o fra gli stati di whatsapp non leggo altro. Non so quante storie di whatsapp ho disattivato e sto meditando di lasciare Facebook perché non ne posso più. Sono mesi che non commento e ora ho imparato anche a non leggere i commenti sotto a certi post. Sono stufa dei continui accostamenti del green pass alla stella gialla, ma la gente la storia la conosce? Dovevi indossare la stella anche se eri stato battezzato e ti credevi Cristiano e nemmeno sapevi che un tuo genitore si era convertito prima che tu nascessi. Essere ebreo era immutabile. Come si può anche solo paragonare? Eppure una mia collega, persona laureata, si è fatta un selfie con una stella gialla il giorno dell’entrata in vigore del green pass… io mi sono sentita morire, l’ho sentita come una sconfitta culturale enorme. Purtroppo non sono bastate le parole di Liliana

Halloween da paura

 Halloween 2021 è stato davvero un halloween da paura. Il giorno 30 ho fatto il vaccino, il tempo passa e i 6 mesi dalla guarigione sono ormai andati e i nostri green pass erano quasi scaduti. Due settimane fa ho mandato mia mamma in avanscoperta, lo ha fatto e non ha avuto nessun problema.  Ma a me le cose non vanno mai bene, ho una dose di sfiga al quadrato. Mi hanno fatto moderna, e ne sono contenta, perché a quanto dicono è quello migliore, mentre Vittoria ha fatto pfizer, l’unico testato sui bambini. Sia Viki che mio marito non hanno avuto reazioni avverse, solo lui un po’ di febbre ma sotto i 38. Io invece… febbre a 40 tutto il giorno, con annesso delirio. Un male alla testa tremendo, la febbre che non scendeva, sempre il ghiaccio sulla fronte che non sentivo nemmeno. Una confusione mentale che avevo provato i giorni del covid è un gran male alle ossa. Insomma 24 ore di covid. Io ho sempre queste reazioni forti, non me ne stupisco. Quando ho preso il Lariam per andare in Kenya ad

Il mare non bagna Napoli

  Erano anni che questo libro era nelle mie TBR ( ovvero to be read) ma non avevo mai deciso di leggerlo, ero rimasta un po’ delusa da un altro suo titolo: silenzio a Milano. Più volte ho scritto che con tutto quello che c’è da leggere si dovrebbe leggere un solo titolo per autore, consiglio datomi da una collega, una delle poche colleghe di italiano che aveva la passione per la lettura come me. Però spesso procedendo in questo modo se ti capita il libro sbagliato non capisci l’autore, meglio dare, alle volte, una seconda possibilità. Il libro è composto da racconti, i primi molto incisivi e accattivanti, gli ultimi sul panorama letterario Napoletano un po’ noiosi. In particolare Il mare non bagna Napoli è potente ma allo stesso tempo raccapricciante. L’Ortese ci racconta di una Napoli disagiata, non la Napoli godereccia, canzoniera e gaudente che ci aspettiamo, ma il lato povero e disperato, per questo leggendo il libro l’hanno accusata di odiare Napoli. Secondo il mio modesto parere

Le manine

  Da qualche giorno Livia si mette le mani in bocca. A volte porta alla bocca il carpo, a volte le dita. A volte capita che metta in bocca un dito e si provoca un conato. Dopo il conato cambia subito gioco e non mette più la mano in bocca. Non so cosa provoca il conato… non so se sente un qualche sapore sulla mano che non le piace oppure se mette il dito troppo avanti.  Alcuni giorni fa avevamo provato ad offrirle il ciuccio, la reazione è stata la stessa: un conato. A Livia, come prima di lei Rachele, piace la tetta della mamma e basta. Quindi si profilano le stesse difficoltà che ebbi con Rachele quando tornerò a lavorare… mi sa che anche lei rifiuterá il biberon anche se conterrà il mio lattte…

Manuale del guerriero della luce

  Dopo 9 mesi ho ricominciato a leggere seriamente. Per iniziare volevo un libro motivazionale, ma corto. Ho caricato il mio ereader  che giaceva scarico e inutilizzato da mesi, forse da un anno e l’ho aperto in una pagina a caso della libreria. È uscito questo titolo, probabilmente preso quando avevo letto il libro del viaggio a Santiago per approfondire il tema è l’ho letto. Un po’ parla di me,mi sento guerriera della luce, un po’ sfortunata alla ricerca della mia leggenda personale, una guerriera che spesso sbaglia ma si rialza e va avanti. In un momento torbido come questo, un libro pieno di speranza serviva. “ Un guerriero non cerca di essere coerente: apprende, piuttosto, a vivere con le sue contraddizioni.” Queste sono le parole con cui si conclude il libro, è un po’ mi descrivono. Nel mio piccolo cerco di essere coerente, ma le nuove conoscenze, i nuovi traguardi importano ad essere diversa, forse migliore e in contraddizione con là me precedente. Adoro evolvere la mia idea, la

La zanzara con la pelliccia

  Sono diverse notti che durante la poppata delle 4 una zanzara mi ronza nell’orecchio e immancabilmente punge Livia. Le temperature si sono abbassate ed era un po’ che non accendevo il fornelletto con l’insetticida e ho pensato: questa è una zanzara con la pelliccia, oppure una superstite che abita in casa e si nutre di noi. Invece ieri al tg hanno detto che dopo la zanzara tigre che punge anche di giorno ora abbiamo una nuova variante, detta coreana, che sopravvive a temperature più basse. Era quello di cui avevamo bisogno: zanzare con la pelliccia che rompono il belino tutto l’anno.

Uno scorcio di vacanza

 Questa è la seconda volta, nel giro di un mese, che mi reco a Firenze. Non per piacere, ma per motivi sanitari. Ricordate che Livia ha un piccolo problema, inizialmente definito ortopedico, ma man mano che cresce sembra definirsi come problema genetico. Mi hanno prospettato fin da subito una malattia sarà con altissimo tasso di mortalità. Ho rifiutato subito questa diagnosi perché non ci volevo credere. Non potevo accettare che la mia bellissima bambina potesse lasciarmi. Per due mesi ho rifuggito l’idea, abbiamo sentito moltissimi dottori, alcuni mi hanno dato motivazioni diverse per il suo problema, ma più va avanti il tempo più mi sto rendendo conto che forse il primo dottore non si è sbagliato, magari abbiamo una versione più soft, ma sicuramente la genetica ci ha fatto uno scherzo. Per mandare giù queste pillole amare mi concedo momenti di bellezza e di shopping in modo da cacciare nell’altro più remoto della mia mente i cattivi pensieri. Così anche stavolta ci siamo fermati una

Pandemia finita?

  Spesso nell’ultimo mese mi sono chiesta se la pandemia è finita oppure se la gente si è dimenticata di ciò che la pandemia è stata.  Sempre più spesso vedo gente che si comporta come in tempi pre Covid, che ha ripreso la propria vita senza limitazioni. Io sinceramente ho ancora qualche perplessità, sinceramente dopo la positività di Rachele ho sempre un po’ di paura, specialmente per Livia, non so se davvero i miei anticorpi la raggiungano con il latte. Mi fanno molta paura gli amici di Rachele, tutti undicenni che non hanno mai contratto il virus. E non sono la sola, persino i loro genitori hanno un po’ paura per loro nonostante tutto il mondo fuori inizi a comportarsi come se nulla fosse stato. Ogni tanto vedo cose che un po’ mi spaventano, ma poi mi dico: sarò esagerata io? A marzo 2020 si credeva che ne saremmo usciti migliori, oggi credo che invece ne siamo usciti peggio: umani interessati solo a se stessi e al loro tornaconto, persone più sole, persone interessate agli eccessi

Troppi compiti?

  Le mamme si lamentano sempre perché ci sono troppi compiti oppure troppo pochi. Alle elementari ero una di quelle che si lamentava perché erano troppo pochi e sapevo che una volta alle medie sarebbe stato un problema. Ora cHe Rachele è alle medie il carico è notevolmente aumentato, bisogna dedicare mediamente un paio di ore al giorno alla scuola e per qualcuno questo carico può essere eccessivo, ma io credo che abitui al liceo, dove le ore di studio sono molte di più. L’altro giorno una mamma mi ha chiesto perché non ho mandato mia figlia in una scuola più facile visto che è sempre a fare i compiti. Devo dire la verità? A me va bene così. Sarà che sono una prof,  ma credo che lo studio e soprattutto il. Sacrificio dello studio sia tempo ben speso. Ora Rachele si sbriga anche velocemente, non ha difficoltà, si destreggia abbastanza fra le cose e non ha troppi problemi. Le manca metodo e dedizione, questo perché alle elementari aveva due cosette da fare e spesso anche troppo banali per

Columbus Day

  Quando frequentavo le elementari studiavo sempre i personaggi famosi, coloro che avevano fatto la storia. Ricordo che studiavo la loro biografia e nella mia fantasia avevano poi un posto importante come per esempio Hammurabi, Teodolinda e Cristoforo Colombo. Inutile dire che il politicamente corretto sta demolendo i miei personaggi preferiti, primo fra tutti Colombo. Ma poverino, che colpa ne ha lui che il 12 ottobre del 1492 arrivo in America? Non per primo, ma trovo questa nuova terra e quel che successe poi alla fine non è nemmeno colpa sua, il capitolo successivo del libro sii titola il conquistatores, possibile travisare così ? Quindi oggi è la mia personale giornata contro il politicamente corretto che altro non è che velata ignoranza.

Nuove prospettive

  Lo scorso anno svegliavo Rachele alla solita ora di quest’anno scolastico, alle 6:46. A fatica era pronta per le 7:50, spesso usciva già alle 8, spesso mettevo la sveglia ancora prima per farla uscire per tempo di casa e non arrivare tardi a scuola.  Quest’anno Rachele è in prima media e va da sola a scuola, prende l’autobus alle 7:35. Rachele si sveglia alle 6:46 come lo scorso anno e spesso alle 7:15 ègia pronta per uscire, tanto che sto pensando di spostare la sveglia di 10 minuti. Misteri della vita…

Leggere di più, scrivere di più

  Sabato Livia ha compiuto due mesi, già due mesi. Se penso che ho ancora solo un mese di astensione obbligatoria mi viene male.  Le altre due volte non vedevo l’ora di tornare al lavoro, questa volta invece vorrei spendere più tempo possibile con la mia bambina, forse perché so che è l’ultima volta che mi occupo di un neonato, forse perché l’ho desiderata così tanto e voglio godermi ogni istante. Poi io e Livia siamo sempre insieme, io e lei, sempre.  Ogni tanto mi sento sola, avrei bisogno di parlare con un adulto, di stare un po’ in compagnia, ma tra Covid, pandemia e Livia non ci sono moltissime occasioni di socializzazione. Difficile trovare qualcuno che abbia voglia di fare qualcosa di questi tempi, oppure se fanno cose non sono di certo a misura di neonato. Il covid ha portato via tantissimo della nostra vita sociale e si che non tornerà più niente come prima, ma per fortuna che ho una bella famiglia con cui sto bene e con cui mi piace condividere momenti, ore e giorni interi. S

Oblio

  Il miglior modo per combattere le fake news è l’oblio. Mi sono imposta di non commentare più post che mi indignano o che trovo falsi in modo che non siano visualizzati dai miei contatti e si interrompa quell’acchiappa like per cui sono nati. Mi costa parecchio perché quando leggo “castronerie” mi vien voglia di ribattere, sono fatta così , però in questa pandemia ho capito che le cagate vanno lasciate perdere e soprattutto quando qualcuno inizia un discorso stupido è meglio cambiare discorso. Ho anche imparato a non mettermi in situazioni in cui potrei scoppiare, evito certi discorsi del tutto a partire dalle situazioni che li generano. Quali sono i discorsi che mi fanno saltare? I tre mesi di ferie degli insegnanti, lo stipendio degli insegnanti, la formazione degli insegnanti, la mancanza della certezza della pena in Italia, il covid, il vaccino, il biologico e i vegani. Se volete litigare con adesso sapete come fare. Ho maturato autocontrollo, ma non fino al punto che vorrei, ovve

Routine

  I bambini adorano la routine, si sentono sicuri tra i soliti ritmi. Livia adora le sue piccole abitudini, le piccole cose che ogni giorno facciamo, se c’è qualcosa di diverso allora scattano anche per lei comportamento non consueti, come per esempio dormire poco la notte. A Livia piace iniziare la giornata fra le 5.30 e le 6. Mangiare abbondantemente è concedersi un pisolino fino alle 9.00. Alle 9 le piace giocare con la giostrina delle api, fare un po’ di cacca e poi mangiare. Livia sa che se muove i piedini la culla si muove e si muovono anche le api e, ma è meglio quando la mamma le carica e le fa suonare. Livia ancora non sa che ha lo stesso gioco di mamma e papà. Finito il gioco è il momento della passeggiata al mare Con la fascia o con l’ovetto. Tornata a casa ha voglia di mangiare ancora un po’ ma non è detto che riesca a fare un sonnellino lungo, magari tanti piccoli finché non è ora di merenda e si riesce di nuovo. Intanto passa di braccia in braccia, le sue sorelline dopo l

Corrono i giorni

 I giorni corrono, se mi volto indietro un po’ tutti uguali, ma a renderli diversi è la mia bambina. Così bella e tranquilla, dorme quasi sempre, ma mi regala emozioni sempre nuove: iprimi sorrisi, i primi versetti. Me la tengo stretta stretta assaporando ogni momento, con Vittoria e Rachele non mi ero goduta così tanto questi momenti. Forse per l’ingerenza di parenti e amici che consigliavano di non fare così che poi la vizi… beh Livia sta crescendo estremamente viziata, coccolata da tutti noi. Ci sono sempre braccia pronte a stringerla, cascate di baci e nessuno si preoccupa di quale vizio prenderà, abbiamo tanto amore da dare e siamo in quattro. A volte sono stanca, ma c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarmi, difficilmente sono in difficoltà. sarebbe davvero un periodo felice e spensierato se non ci fossero altri mille pensieri negativi che incombono sulla nostra vita legati al Covid, alla famiglia e alla situazione di mio marito. Purtroppo queste cose rimangono sempre, non si risolv

In questi giorni

 In questi giorni chi sono giorni in cui tutto procede benissimo e riesco a incastrare tutto seguendo i ritmi di casa e giorni in cui arranco cercando di fare il possibile. Ci sono giorni in cui il mal di testa mi schiaccia e giorni in cui seppur stanchissima non riesco a dormire. Ci sono giorni in cui mi sento eccessivamente sola e giorni in cui sono felice. Spesso cerco di non pensare al possibile problema di Livia e godermi ogni attimo e giorni in cui la paura e la disperazione prendono il sopravvento.

Incubo dad

 Nemmeno il tempo di assaporare il primo giorno di scuola, il nuovo inizio che per allerta meteo siamo finiti in dad. Tutti gli istituti della provincia in autonomia hanno deciso cosa fare, molti sono semplicemente rimasti chiusi, altri hanno proposto la DaD anche se non erano per niente pronti.  Rachele si è trovata improvvisamente in DaD senza account mail della scuola, con professore in evidente difficoltà a gestire il collegamento… infatti hanno fatto solo 5 minuti su 60. Genitori impanicati, abituati a comunicare immediatamente via telefono con la maestra se qualcosa non andava, mentre ora al secondo giorno di scuola non ci conosciamo nemmeno fra di noi, non abbiamo fatto in tempo a fare un gruppo whatsapp e ci siamo comunicati le difficoltà solo fra chi conoscevamo… infatti il collegamento è avvenuto solo fra pochissimi bambini. Un inizio terrificante direi, forse sarebbe stato più saggio rimandare, come molte scuole hanno deciso di fare. Invece Vittoria non ha fatto una piega, g

Il primo giorno di scuola

  Stamattina tutti e cinque ci siamo svegliati e preparati per il primo giorno di scuola un po’ emozionati. Lo scorso anno scolastico è finito con il covid, Vittoria non è quasi mai andata a scuola e si è persa un po’ tutto del primo anno delle superiori. Questo è quasi un nuovo inizio, anche se conosce tutti, ma non hanno fatto in tempo a costruire i rapporti, le amicizie. Infatti al ritorno mi ha detto che molti ragazzi della spiaggia vanno a scuola con lei, infondo frequenta la scuola più grande della città e ci sta che il maggior numero di ragazzi (e ragazze) che incontra vadano a scuola li.  Rachele quest’anno inizia le medie e io sono molto preoccupata. Ha una voglia di indipendenza davvero grande e vorrebbe sempre fare tutto da sola. Io sono preoccupata perché la scuola che frequenterà è molto performante e ha dei professori molto esigenti, infatti io l’ho sempre chiamato ginnasio e non scuola media. Quella scuola di fatti era il più antico ginnasio della città e tale è rimasto

1 mese di te

  Ieri la piccola Livia ha compiuto un mese. Un mese lungo e complicato, passato per lo più a casa, giusto qualche giorno alla fattoria è un giorno al mare, qualche uscita con gli amici e molti giorni passati a cercare un ritmo, una nuova routine a 5. Riuscire ad accontentare tutti non è per niente facile, specialmente con una piccolina che richiede attenzioni, latte e sporca tanti pannolini. Finalmente ieri ci è piaciuto il bagnetto e non abbiamo pianto come se fosse una qualche tortura medievale o da sacra inquisizione. Ieri per la prima volta si è goduta l’acqua e non ha pianto. Finalmente.  Livia inizia a guardare con attenzione le cose che la circondano, le piacciono le api  sulla culla, ma non ancora la culla. Prima o poi ci dormirà, ne sono sicura. Per ora preferisce il seggiolone oppure il letto della mamma e papà. Gli piace essere coccolata, bella stretta, ora ha bisogno di questo e noi ci adattiamo, poi verrà il giorno in cui conquisterà la sua autonomia come è avvenuto per i

Cosa accade in questi giorni

  Domani Livia compirà un mese. Un mese davvero complicato sotto alcuni aspetti, perché abbiamo girato davvero tanti dottori per quel suo problema. Potrebbe non essere solo un problema ortopedico ma un sintomo di una malattia genetica rara, quando ci penso mi sento un po’ venir meno, ho tanta paura e poche rassicurazioni. Per questo cerco di non pensarci, di concentrarmi sulla malattia meno grave di quelle  che ci hanno prospettato. Spesso mi trovo da sola a dover parlare con i dottori perché con le restrizioni Covid può entrare in ospedale un solo genitore. Ho sempre paura di non capire, spesso mi blocco davanti a ciò che mi dicono e non riesco a formulare domande che invece mi vengono una dietro l’altra appena esco o quando ne parlo con mio marito. Quando sono lì spesso mi faccio cullare dalle parole rassicuranti del dottore e mi rifugio nella speranza che non sia niente. Ora il percorso diagnostico sarà lungo, fatto di attese, esami, day hospital e chiassa quante cose. Non era propr

Artemisia vs diabete atto finale (spero)

  L’unica cosa positiva del Covid è stata togliermi il diabete. Come sia accaduto non lo so ma so per certo che per ora ho vinto questa battaglia. Ho perso 14 kg nell’ultimo mese e sono a quella soglia di normopeso che mi permette di non far alzare la glicemia. Posso mangiare ciò che voglio e rimane a valori ottimali. Sono almeno 10 anni che non ho valori così bassi. Lo ammetto, mangio abbastanza, ma sto cercando di riprendere la routine dei 10 mila passi al giorno, è difficile lo ammetto, poi dopo marzo 2020 e tutta l’inattività che ne è seguita ora la media è circa di 3400 passi. Questa settimana, visto che mi sono abbastanza rimessa dal parto, ho iniziato a mettermi Livia nella fascia e fare lunghe passeggiate. Lei dorme, io cammino con un carico di circa 4 kg. Questa settimana la media dei passi è salita a 6700. Arrivare a una media di 10 mila come nel 2018 e 2019 non è poi così difficile, spero. Non nascondo che vorrei perder ancora 4 kili. Se riesco a normalizzarmi su questo peso

L & R

  La sorella di mio nonno continua a dirmi che avrei dovuto chiamare le mie figlie con il nome dei mie nonni. Avrei voluto avere il coraggio, lo ammetto , ma non ci sono riuscita. Solo Vittoria si chiama di secondo nome Yvonne, il nome che avrebbe dovuto avere mia mamma, il nome che tanto piaceva a loro ma che non hanno usato perchè i nomi di mia mamma e mia zia sono stati scelti dalle rispettive mamme, le mie bisnonne. Però stamattina pensavo che le mie figlie però hanno le stesse iniziali dei loro nomi, R e L. E' casuale che abbia scelto dei nomi che inizino proprio con queste lettere, non è stato voluto, me ne sono accorta solo oggi.  Un gesto inconsapevole che però mi ha riempito il cuore di gioia e tenerezza, è un po' come un segno della loro presenza accanto a me. Ogni mia bambina ha un po' di loro e passi che Vittoria ha i capelli rossi... la nonna ha passato una vita intera con la paura di un bambino dai capelli rossi, non gli interessava altro, non la salute, non i

9 anni fa

  Oggi, 9 anni fa, il destino ha cambiato radicalmente le nostre vite. Come forse sapete mio marito ha avuto un grave incidente sul lavoro e tutto è cambiato. Per anni ho inseguito quello che avevo prima, cercando di tenere duro e tornare a quella che era la nostra vita precedente. Poi a Marzo 2020 il Covid, la pandemia, mi hanno fatto capire che tutto eraq cambiato e non ci sarebbe stato ritorno, quindi dopo 8 anni ho deciso di andare avanti. Di non tornare indietro ma cercare di costruire qualcosa di nuovo. Ho cercato di capire dove avevo messo in pausa la mia vita e ho cercato di ricominciare. Così è arrivata Livia, così si è concretizzata la mia ricerca della felicità, anche se è un percosro tutto  in salita. Oggi 9 anni dopo ringrazio per avere ancora mio marito al mio fianco, cosa non scontata, visto che in questi anni l'ho quasi perso due volte, una volta 9 anni fa e poi con il covid a maggio. Non ci siamo nemmeno accorti di quanto è stata in pericolo la nostra vita a Maggio

Questi giorni

 Questi giorni scorrono scanditi dalle poppate, dai pannolini e dai sonni di Livia. È una bambina tranquilla, che mangia e dorme, un po’ inquieta solo dalle 19 in poi, fin verso alle due. Chissà cosa avrà in questo lasso di tempo, non lo capiamo. Forse freddo, forse fame. È una bimba freddolosa, le piace stare calda, molto calda. Le giornate passano così un po’ noiose, in attesa di tutte quelle visite che dovremmo fare, che ci hanno promesso ma che a causa delle ferie di uno e dell’altro non si riesce ad organizzare. Il pediatra che l’ha vista alla nascita mi ha spaventata con un sacco di parole, per poi andarsene in ferie per un mese… a una neo-mamma, anche se per la terza volta, non si fa così… non si fa salire la preoccupazione per poi sparire. Sappiamo che ci hanno messo davanti al peggio e poi non sarà niente, però ogni tanto la preoccupazione prende il sopravvento e pure lo sgomento. Vacanze? Pensavo di poterle fare a settembre ma mi sa che rimanderò tutto al 2022.

Questi giorni

  Questi giorni sono giorni di attesa. Siamo in una bolla. Grazie al cielo non fa più così caldo, ma io preferisco stare a casa, riposarmi, dopo mesi di grandi fatiche. Sono in una bolla perché tutti sono in ferie e noi no. Sono in vacanza quasi tutti gli amici, sono in vacanza i medici con cui dovremmo avere a che fare nei mesi che verranno. Livia ha questo piccolo problema, in teoria potrebbe solo essere ortopedico, anzi spero che sia così , oppure no. Ma nell’agosto italiano non si possono avere risposte, devono finire le vacanze gli altri. E quindi siamo sospesi nella bolla. I primi giorni non nascondo che ho avuto momenti di sconforto e disperazione, adesso cerco di non pensarci, di rimandare. Anche perché la guardò e mi sembra che tutto vada bene: mangia, dorme e fa la cacca in maniera regolare. Ad una bambina di 10 giorni non so cosa chiedere di diverso. Quest’anno niente mare. Sono andata tre o quattro volte, sono cadaverica e faccio impressione, ma non si può fare altrimenti.

E adesso cosa mi metto?

  Armadi di roba è sempre la solita affermazione: “non ho niente da mettermi” …poi dopo una gravidanza è sempre davvero difficile vestirsi.  Di solito l’aumento di peso è sempre oltre i 10kg, facilmente le mie amiche di pancia sono andate oltre i +16. E io? Io ho fatto fatica. Ho fatto fatica a far muovere l’ago della bilancia in questa gravidanza, arrivando forse a un disperato +3 verso la fine. E oggi? E oggi a una settimana dal parto sono già a -10 Kg del mio peso iniziale. Covid e diabete hanno davvero fatto di tutto al mio corpo. Ora mancano ancora 2 kg al mio famigerato peso ideale, anche se riuscissi a tirarne giù altri 5 sarebbe meglio, così mi metterei a riparo da mille problemi. Non preoccupatevi sfioravo l’obesità quindi tutti questi chili persi fanno solo bene alla mia salute. Mesi fa lo dissi che comunque era mia intenzione raggiungere un peso ideale di 65kg (che vi aspettavate!) e rimanerci per il resto della mia vita. Ma non per bellezza, ma per salute. Per me è un peso

Qualcosa su di lei

 Cosa so di lei? So che non le piace il freddo, ma nemmeno il caldo intenso. So che ci riconosce tutti e quattro. Le piace ascoltare i nuovi rumori. Odia il fasciatoio, m le piace essere sciacquata sotto l’acqua. Le piace fare la cacca quando non ha il pannolino. Le piace sia la culla sia la sdraietta. Adora le sue sorelle sempre pronte a stare con lei. Ride se giochiamo con mr Procione e Pooh.

Gino Strada

 Oggi è venuto a mancare Gino Strada. Non l’ho mai visto dal vivo, ma ho usato molto i suoi libri a scuola quando sono stata insegnante di Italiano L2.  Nei suoi libri ho incontrato le storie dei miei alunni, quelli che arrivavano con i barconi, quelli che arrivavano dalla guerra. I suoi libri mi servivano per capire loro. A loro servivano per ritrovarsi. Ai compagni Italiani servivano per conoscere le situazioni da cui venivano. Ho sempre chiara nei miei ricordi la lezione con Pappagalli Verdi. L’incredulità dei compagni italiani, lo smarrimento di chi quelle cose le aveva vissute davvero. Lezioni forti, lezioni che rimangono scolpite. Lezioni che solo in un istituto professionale riesci a fare davvero. Un lavoro in cui se lo fai per davvero rimani segnato dentro. Io infatti non sono più riuscita a farlo, sono debole. Ciao Gino, grazie per le parole che ci hai lasciato è rimarranno sempre. Ciao Gino e grazie per tutte le vite che hai salvato.

Se non tutto è al posto giusto

  Può capitare che quando nasce un bambino non tutto sia al posto giusto. Una mamma si accorge subito se qualcosa non va. Ho cercato di non guardare, di distogliere lo sguardo, ma sapevo… sapevo che non proprio tutto era al posto giusto.  Il primo pediatra che mi avverte. Il secondo che mi spiega, il terzo che mi fa vedere. Il secondo che conferma.  Entri in un turbine di emozioni e a volte ritrovi a piangere, a volte ti incolpi per qualcosa che non hai fatto,per una cosa mangiata, per una leggerezza e credetemi in questa gravidanza ne ho avuti di momenti in cui quel qualcosa potrebbe essere andato storto. Non una cosa grande, un piccolo problema ortopedico da dover risolvere, piccolo rispetto alle brutte cose che possono capitare ai bambini.Però agli occhi di una madre tutto appare grande e incolparsi è un attimo. Sì, abbiamo un piccolo problema.  Sì, stiamo cercando di risolverlo. Mi sento sulle spalle un peso enorme. Da una parte vorrei parlarne con tutti, dall‘ altra mi viene in me

Livia

 Ieri sei nata, aspettavo una piccolina invece sei nata di 3680g, almeno un chilo in più di quel che mi avevano detto. Le ore della sala operatoria sono state difficili, specialmente il momento dell’anestesia, volevo scappare, ho avuto paura. Mi sono sentita persa e mi son detta: ma sei sicura di ciò che hai fatto? Tutte le due ore in sala operatoria sono state difficili. Poi siamo state insieme e tutto è cambiato. Hai una massa di capelli scuri così diversi dalle tue sorelle che invece sono biondissime. Ciucci come non ci fosse un domani e ti sei subito attaccata benissimo. Stanotte non mi hai fatta dormine, hai pianto tanto, ma alla fine, insieme stiamo bene. Hai un sorriso fantastico e non vedo l’ora di stare tutti e 5 insieme perché qui siamo io e te sole, nessuno ci può venire a trovare. Solo papà, una sola ora al giorno, veramente poco.

Meno una manciata di ore

  Sono già in ospedale, in una bella camera con vista su tutta la città, ma non la mia. Livia nascerà fra poco ma in una città diversa da noi. Una scelta difficile, ma necessaria. Da una parte l’orgoglio cittadino, dall’altra la necessità di avere cure mediche maggiori rispetto a quelle che potevo ricevere nel mio piccolo ospedale di provincia. Per domani ho già il camice, la cuffia e la mascherina. Ho già dato alle ostetriche del nido tutto il necessario, qualcosa di nuovo e qualcosa delle tue sorelle, per sentirti meno sola, visto che le incontrerai fra chissà quanti giorni, tre quattro, cinque… Alle  7 devo scendere in sala operatoria e non so cosa succederà perché grazie al Covid le cose sono davvero diverse. Potremo rimanere con papà solo un paio d’ore, poi insomma per questi primi giorni ce la dovremmo cavare da sole e non so proprio come. L’ostetrica del nido si è stupita di tutta la roba che ti ho portato, ma siamo sole, non si sa mai, meglio avere tutto. Sono già stata ricover

Meno due

 Ansia a mille perché aspettavamo il tampone di Rachele. Purtroppo ancora positiva. Prossimo tampone  il 12 di Agosto, mi auguro che sia negativa all’arrivo di Livia a casa previsto proprio per il 12 o il 13 Agosto. Comunque il 13 agosto indipendentemente dal tampone verrà dichiarata libera perché sono passati 21 giorni, quei famosi 21 giorni che a volte ti rendono libero. Dico a volte perché per Viky non erano valsi, per tornare a scuola e per una vita completa ci vuole comunque un tampone negativo. Staremo a vedere come finirà questa storia. Lei comunque sta più che bene e c’è rimasta davvero male, pensava di essere già negativa. Il primato della negatività lo detengo io, negativa dopo soli 13 giorni. Io nonostante il decreto di libertà non sono uscita. Ho rifatto la valigia sperando di avere tutto il necessario, sarò sola e senza nessuno che mi può portare qualcosa,e essendo la settimana di ferragosto sono ovviamente tutti in ferie. Ho le cose per tre/quattro giorni, ovvero il tempo

Livia

 Finalmente abbiamo il nome. Alla fine ha vinto Livia.  Abbiamo combattuto perché volevamo un nome con un significato preciso, che fosse poco usato. Abbiamo tutti nomi desueti, anche se ora Vittoria va di moda, ma quando l’ho scelto non era molto usato, anzi… Perché Livia? Perché era la moglie di Augusto, Livia Drusilla Claudia, sicuramente una donna importante e di carattere a Roma in quei tempi, esattamente come lo fu poi la regina Vittoria qualche secolo dopo. Insomma un buon auspicio di indipendenza e successo racchiusi nel nome. Un nome senza diminutivo esattamente come Rachele. Che tanto poi il diminutivo lo troveremo lo stesso. Un nome poco usato, in modo che sia lei e solo lei. Brutto quando in classe ti ritrovi con due o tre persone che hanno il tuo stesso nome. Io e mio marito abbiamo nomi abbastanza particolari da essere unici, se si usa quel nome si parla di noi. Il suo è quello del nonno, il mio viene direttamente da Tolstoj ( e non riesco ad appassionarmi alla letteratura