Passa ai contenuti principali

Idee per un piano estate



 Perché il piano estate delle scuole fallisce? Perché secondo me non incontra i veri interessi delle famiglie. Parlo da mamma e anche da prof.

Da prof dico che dopo i 9 mesi di scuola e gli esami abbiamo tutti voglia di riposarci e credetemi che fra la fine degli esami e l’inizio degli esami di recupero ci sono giusto giusto i 36 giorni di ferie di cui ogni lavoratore ha bisogno. I più eccentrici potrebbero mettere in pratica qualche idea intraprendente, ma alla fine siamo tutti molto stanchi.

Le famiglie hanno bisogno di un luogo di aggregazione, ma i ragazzi, e parlo da mamma, hanno bisogno di diversificare non ripetere quello che di solito fanno.

Da mamma cosa chiederei?

Sport.

Entrambe praticano la pallavolo a livello agonistico, e ovviamente d’estate c’è la pausa. Però sono convinta che entrambe gradirebbero provare nuove attività in modo giocoso e non competitivo. Se la scuola offrisse sport sono certa che aderirebbero. Che sport? Nuoto, atletica, padel, ma anche sport di squadra, è bello mettersi in discussione. Pensate a quanti ragazzi in inverno non praticano nessuno sport… sicuramente un laboratorio di questo genere sarebbe un buon avviamento alla pratica sportiva e alla vita sana.

Social reading.

Condividere la lettura è sempre bello, e magari poi affiancare un corso di scrittura creativa non sarebbe male. Ma i colleghi sono sempre così cattedratici… occorrerebbe presentare qualcosa di ludico, non un corso estivo di letteratura (ovvero quello che si fa a scuola).

Laboratori di biologia chimica e fisica.

Vittoria li fa anche a scuola è vero, ma è la parte che l’appassiona di più e del tempo extra in laboratorio per lei è sempre divertente. E per Rachele invece sarebbe sfidante e anche orientante.

Corsi di disegno o di lettering 

A entrambe piace disegnare ma soprattutto sono attratti da questa nuova moda del lettering, una volta lo avremmo chiamato “scrivere bene”

Fotografia 

Eh… questo è un grande classico

Mindfulness 

Per ragazzi sempre connessi , a mio avviso, occorre imparare delle tecniche di rilassamento e di meditazione per imparare la consapevolezza del se è per combattere l’ansia…

Purtroppo per fare queste attività mancano le strutture. Le scuole non sono attrezzate. La scuola di Vittoria ha spazi e buoni impianti sportivi, laboratori bene organizzati e potrebbe mettere in campo buone attività, ma la scuola di Rachele? Ha una sola palestra troppo piccola, non ha laboratori…

Quindi sarebbe bello poter scegliere anche una scuola diversa dalla propria per poter fare esperienze. Per esempio Vittoria potrebbe passare dall’istituto tecnico chimico al Liceo Artistico per poter dare sfogo a certe sue passioni secondarie (la chimica rimane la prima) e così Rachele potrebbe scegliere una scuola diversa magari privilegiandone una con impianti sportivi migliori.

Come capite la scuola va riorganizzata profondamente nella sua struttura se vogliamo che sia sempre aperta, ma in Italia ci piace fare le nozze coi fichi secchi*.


(* Fare le nozze coi fichi secchi significa voler fare qualcosa senza averne i mezzi necessari, farlo quindi in modo non appropriato, cercando di risparmiare o comunque di spendere il meno possibile. Cit. Google) 

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Venere di Milo a cassetti

Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...

Skopas, Menade Danzante

Fino ad ora ho aggiunto a questa mia collezione privata opere che in quel determinato momento significavano qualcosa per me, magari perché le stavo spiegando in classe o perché stavo leggendo un libro. In seguito ho aggiunto due filoni tematici che mi hanno sempre affascinata: i baci e le donne in bianco. Ma di opere che amo fortemente ce ne sono poche. La Menade danzante di Skopas è una scultura che mi è sempre piaciuta tantissimo sin dal Liceo. Non ho ancora avuto la fortuna di andare a Dresda ad ammirarla dal vivo e mi sono sempre accontentata delle fotografie. La statua rappresenta una delle menadi, le fanciulle seguaci del dio Dioniso di cui ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una copia di età ro

Toulouse Lautrec “Moulin Rouge. La Goulue”

Aggiungo, oggi,  alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch

Gli amanti, Magritte

Oggi ho scelto Gli Amanti di Magritte perché vorrei presentarvi nelle prossime settimane una serie di "baci". Inizio con questo perché oggi mi sento molto surrealista! :) Dell’opera esistono due versioni, entrambe datate 1928, la prima attualmente è conservata presso la National Gallery of Australia, mentre la seconda si trova al Moma di New York . Il quadro raffigura due amanti che si baciano appassionatamente, con le teste coperte da un panno bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare, suscitando una certa inquietudine e angoscia. La scena è poi completata da uno sfondo fortemente contrastato di tonalità di blu e dalla cornice classicheggiante che riveste la rossa parete, riportando agli occhi i tempi antichi. I due lenzuoli sono resi con un abile uso dei chiaroscuri, che sembrano riecheggiare i virtuosismi del peplo di una scultura ellenistica, e sono fonte di luce dell’intera opera. Questi drappeggi che paiono leggeri e appena appoggiati sui volti dei du

Millet, coltivatori di patate

Ho partecipato molte volte alla raccolta delle patate, ma mai alla semina. In questo dipinto Millet racconta la semina delle patate. L'uomo che con la zappa prepara il dolci, la donna che lascia cadere le patate a terra, nella speranza che esse prolificano. Questo dipinto ha la stessa monumentalità di un quadro assai più famoso di Millet, l'Angelus. Anche qui troviamo una coppia di contadini, non intenta alla preghiera ma bensì al lavoro quotidiano.

No rain, no flowers

Per anni ho sperato tornasse la mia vita di "prima" fatta di viaggi intercontinentali, spiagge bianche, resort cinque stelle. Mi sono sbattuta perchè la vita che avevo tornasse. Una vita fatta di divertimenti, spostamenti, amici che si era persa tutta nel tragico agosto 2012. Ero così caparbia nel cercare di riportare tutto come era prima che sono andata anche in depressione perchè non riuscivo a tornare a quel tempo, alla mia età dell'oro. Poi ci si è messo pure il Covid e quel poco che avevo guadagnato con fatica, quello che faceva parte della mia età dell'oro è andata perduta. Il covid, il distanziamento sociale, i lutti mi hanno fatto accettare definitivamente che quello che avevo non tornerà più e non posso assolutamente sbattermi per una normalità che non è più davvero possibile. Le cose crollano e non posso continuare a voler portare in vita una cosa che davvero non potrà più essere. No, non mi do per vinta. Non abbandono ciò che sono i miei sogni. Ho capito ch

Vincent Van Gogh, donne che Raccolgono patate

Siamo abituati a vedere il Van Gogh che usa i colori brillanti, quello delle nature morte, dei paesaggi del midi, mentre non siamo per nulla abituati a guardare il Van Gogh "realista" quando ancora non conosce la pittura parigina e soprattutto Giapponese. Il Van Gogh realista che descrive la povera gente, i minatori, i mangiatori di patate e in questo caso le raccoglitrici di patate. Prive di ogni poesia, descritte con toni terrosi riceve su zappe e vanghe, con mani nodose e un piccolo cesto di patate da un lato. Povere in ogni cosa, anche nel loro raccolto.

La tesina per l’esame di terza media

Sull’autenticità dei compiti dati a casa c’è sempre da dubitare, il più delle volte non sono farina del loro sacco. C’è sempre un copia e incolla in agguato, o un genitore pronto a fare lui stesso la ricerca. Così sta accadendo per la tesina di terza media. Stamattina sono stata contattata da una mamma di un’amica di mia figlia che mi ha chiestoSe potevo farla direttamente io. Come se in questo momento avessi tempo da perdere e soprattutto come se volessi prendere in giro i miei colleghi.... ma può un prof confezionare un prodotto per un’esame? Io no, professionalmente sono integerrima. Persino mia figlia se la sta facendo da sola! Io sono per l’autonomia dello studente, figurarsi se mi metto a fare io le tesine... non ho mai aiutato nei compiti le bambine, fanno tutto da sole. Non hanno capito? Non rispiego mai nulla, dico loro “ Domani vai dalla maestra / prof e te lo fai spiegare, la mamma a casa fa la mamma, la prof la fa a scuola“. E infatti Vittoria mi rinfaccia sempre: “ ho

Corcos, ritratto di signora con due adolescenti

Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.

I giorni del dolore

Non puoi capire la devastazione di una morte al tempo del covid finchè non la vivi. L'impossibilità di stare accanto al tuo caro.  L'impossibilità di stringere la mano per l'ultima volta, l'impossibilità di vederlo per l'ultima volta. L'impossibilità di comporre la salma. L'impossibilità di vegliare la salma. Puoi essere cristiano di qualsivoglia religione ma il rispetto per i defunti è da sempre tratto distintivo dell'uomo. La preparazione della salma, il lamento funebre, il corredo. Tutte cose presenti in ogni cultura da quando l'uomo popola la terra. Oltre al distanziamento sociale, alla povertà di contatti reali, anche l'impossibilità di raccogliersi attorno ai propri morti. Dicevano che il Covid era come un'influenza, ma a mio avviso sta cercando di portarci via la nostra umanità. Ogni giorno che passa è questo che provo.  Io la tengo stretta, ma non per tutti è così.