Un giorno Vittoria mi ha detto che aveva per compito da studiare la regola della M. Nel tragitto trascuola e casa mi sono spaccata il cervello per ricordare la regola della M. Ma nulla, non mi ricordavo...
Arrivata a casa apro il quaderno e la trovo: "davanti a P e B ci vuol sempre la M".
In un tempo lontano, forse, l'avevo imparata anch'io, ma sono certa di averla rimossa perche' credevo si scrivesse CaNpana, caNbio e via discorrendo ;)
E' maginifco pensare come molte volte il cervello occulti la regola e convalidi la prassi!
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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