Per questa categoria ho già letto "Ho sposato una vegana" di Fausto Brizzi, noto regista di Notte prima degli esami e di tantissimi altri film di successo ma anche sceneggiatore di altrettanti film italiani come Natale in India, Natale sul Nilo e altri cinepanettoni nostrani. Ovviamente ha scritto anche altri libri come Cento Giorni di felicità e Se mi vuoi bene.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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