Santo Stefano, festeggiato oggi, il 26 dicembre, è detto protomartire, ovvero il primo martire della Chiesa Cattolica Cristiana, Lapidato nel 36 d.C. a Gerusalemme. Prima del Concilio di Trento le pietre oggetto del suo martirio vengono raffigurate intorno a lui, ovali, quasi come uova. In questo caso Carlo nel 1476 ne raffigura tre, ma pone in mano a Stefano anche la Palma del martirio. Dopo il concilio di Trento si preferiranno scene più realistiche del suo martirio come descritte negli Atti degli Apostoli.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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