Posso dire che è stata una lettura entusiasmante? Mi rammarico di non aver fatto latino alle superiori e quindi di non essere riuscita ad approfondire bene all'università e ora trovo veramente tantissimo piacere nel leggere quello che in gioventù mi sarebbe servito ma non ho avuto modo di incontrare. Nella mia formazione ci sono molte lacune e per quanto io cerchi di colmarle non sarò mai abbastanza soddisfatta. Inutile dire che le vite che mi sono piaciute di più sono quelle di Catone ed Attico, ma ho apprezzato anche i condottieri greci, certi fatti mi hanno aiutata a comprendere meglio la storia della grecia, storia che conosco poco e male, mea culpa.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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