Da piccola mi piaceva disegnare e riempivo ogni piu' piccolo pezzo di carta con un disegno. Mi ricordo che disegnavo anche nelle retrocopertine dei quaderni e la maestra si arrabbiava e mia mamma mi aveva comprato un block notes per disegnare ogni qualvolta ne avessi avuto bisogno. E per la mia eta' disegnavo anche piuttosto bene tanto che alla fine... Sono finita al liceo artistico. Poi a 17 anni ho capito che quella non erala mia strada, che nel foglio non riuscivo a mettere cio' che volevo io e infondo io volevo fare altro nella vita.
Quando e' nata Vittoria ho riposto in lei tutte le mie aspettative di tipo scientifico sperando che un giorno divenga magari dottore. E invece? Invece lei disegna benissimo, molto megglio di me alla sua eta' e ha anche fantasia, sperimenta, inventa... Quasi per scherzo abbiamo iniziato un diario, un diario di disegni, un diario di quello che facciamo al giorno, di quello che ci e' successo e di quello che ricordiamo... Non sembra nemmeno che abbia solo 5 anni.... Chissa' se diventera' una nuova Picasso oppure incontrera' nuovi interessi sulla sua strada. Ho ancora qualche speranza, deve ancora imparare a leggere, deve ancora cooscere i libri... Il disegno non e' che il primo passo per la conoscenza del mondo...
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
ti sei trasferita? :O
RispondiEliminaNo, sdoppiata!
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