Devo ammetterlo. In questo primo mese di scuola di Vittoria ero un tantinello preoccupata. Vedevo un solo quaderno di Vittoria e i voti non erano quelli che speravo. Bene, brava... Nulla di piu'... E giuro, mi mordevo le mani perche' l'avevo mandata un anno avanti penalizzandola...
Ieri ha portato a casa tutti i quaderni.
Aprire quello di matematica e'stata una gioia immensa. I voti sono di altro tenore, ovviamente per me piu' gratificanti... Un tripudio di brava e bravissima....
Amore mio non hai preso nulla da me...
L'italiano, la storia e la geografia ti annoiano.... Mentre la matematica, la scienza e la tecnologia ti entusiasmano e ti portano a fare meglio!
E io che ti ceredevo simile a me... Invece ti scopro matematica!
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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