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Duchamp, Fontana




Per me questa è un'opera davvero importante. La sua analisi e la sua comprensione mi hanno aperto le porte del 900 che fino ad allora erano rimaste chiuse. 

Capendo il gesto di Duchamp ho aperto la mente all'arte del 900. 

Ho capito che prima di giudicare bisogna capire e conoscere. 

E ormai legata a lei ci sono troppi ricordi, simpatici ovviamente, che sono scritti indelebilmente nella mia memoria e che mi saltano in mente ogni volta che la vedo.

Nel 1917 Duchamp era negli Stati Uniti e in quell’anno, sul modello del Salon des Indépendants, venne creata la Society of Independent Artists. Duchamp faceva parte del direttivo di questa associazione. Alla mostra organizzata dal gruppo poteva partecipare chiunque, pagando sei dollari, ed esponendo al massimo due opere.

Duchamp mise in atto la sua provocazione in incognito. Presentò alla giuria della mostra un orinatoio firmandolo con lo pseudonimo R. Mutt. La giuria non capì e, sull’imbarazzo di come considerare la cosa, non fece esporre il pezzo.
L’ironica beffa, resa ancora più provocatoria dalla firma dell’autore e dalla data, apposte in basso a sinistra, fu chiarita dallo stesso artista che parlando di sé con il distacco della terza persona, scrisse agli organizzatori della mostra che rifiutarono di esporre l’oggetto: ”L’orinatoio del signor Mutt non è immorale, non più di quanto lo sia una vasca da bagno…Non ha importanza se il signor Mutt abbia fatto o meno la fontana con le sue mani. Egli l’ ha scelta. Egli ha preso un articolo usuale della vita, e lo ha collocato in modo tale che il suo significato utilitario è sso sotto il nuovo titolo e punto di vista e ha creato un nuovo modo di pensare quest’oggetto".
Quest’ultima riflessione è importante per capire il senso dell’arte di Duchamp. Arte non è più fare (dunque mostrare una bravura e una competenza anche tecniche), ma scegliere (cioè operare a livello di puro intelletto). Chiunque può quindi diventare artista e tutto può diventare arte.
L’originale della fontana è andato perso perché, nel corso di un trasloco, i facchini lo scambiarono per quello che era e lo buttarono via. Duchamp non poteva aspettarsi un esito migliore.

L’oggeto-orinatoio che, tolto dal suo contesto, diventava fontana (e quindi arte), durate il trasloco torna ad essere un oggetto e dunque come tale trattato e distrutto.

L’arte con la A maiuscola, quella prodotta dalla stessa società che era stata capace di produrre la guerra, era veramente e definitivamente morta.

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