Passa ai contenuti principali

Le interrogazioni programmate

Sono rimasta fuori dai Licei qualcosa meno di Sette anni. Giusto il tempo della mia laurea in Lettere vecchissimo ordinamento (4 anni), il mio tirocinio in un Museo Statale ( 6 Mesi) e La scuola di Specializzazione in Insegnamento (2 anni) e il tempo utile per essere chiamata in cattedra dopo l'apertura delle graduatorie. In questi 7 anni sono successe moltissime cose, la scuola è cambiata moltissimo. Intanto è cambiato l'esame di maturità. I voti non si esprimevano più in sessantesimi ma in centesimi, esistevano i crediti a fine anno e si andava all'esame con un bel bagaglio di crediti che formavano già il voto di esame. I voti quindi dovevano eplorare tutta la gammma dall'1 al 10 se no con 100 non sarebbe mai uscito nessuno. Quando andavo a scuola io i voti erano 4, 5, 6, 7. L'otto era frutto di impegno estremo e si vedeva solo dopo fatiche erculee, il 9 era solo per pochi eletti, praticamente inarrivabile.
Quindi una volta fatto il giro della cattedra conoscere tutta la gamma dei voti fu per me uno choc, a cui mi son dovuta poi piegare, infondo è bello dare dei 10 alla fine, avrei voluto averli io dei 10, ti riempiono il cuore di gioia, come quando prendi 30 e lode del resto.
Ma la cosa che mi sconvolse di più e mi sconvolge tutt'oggi sono le interrogazioni programmate. Da studentessa non le ho mai conosciute. I miei professori si arrogavano, a giusta ragione, il diritto di interrogare a loro piacimento ogni singolo momento della lezione e noi avevamo il diritto dovere di essere preparati ogni giorno. E non ricordo che nessuno si sia mai ribellato a questo. In sette anni di assenza dalla scuola superiore questo è cambiato. Sono nate queste interrogazioni programmate, dove i compagni si scannanano per programmarsi le interrogazioni, dove si studia a comando, dove il prof da appuntamento manco si fosse all'università. Io odio questo sistema, e sono sempre stata contro, ma più mi opponevo più comunque non potevo farne a meno. Perchè se i colleghi lo fanno alla fine lo devi fare anche tu.
Infondo mi piace l'Ipsia perchè questo sistema non attacca, perchè sanno così poco che non si tirano mai indietro. Sono spavaldi nella loro ingnoranza. Meglio provarci che niente.
Forse se si tornasse a questo sistema, dove l'autorità del profe non può essere discussa, dove il profe decide quando interrogare senza storie, senza nessuna democrazia, dove decide che voto attribuire senza alcuna griglia approvata e pubblicata, forse si eviterebbero professori malmenati e bistrattati come in questi giorni. Credo che questo sia uno di quei punti dove abbiamo perso la nostra autorità e dove dovremmo riconquistarla il più presto possibile.

Commenti

Post popolari in questo blog

bacio alla Finestra, Munch

“Il bacio con la finestra” è un dipinto di Munch del 1892 conservato al National Museet for kunst di Oslo. Una coppia di amanti clandestini si baciano vicino a una finestra, nascosti al mondo esterno da una tenda. Al di fuori, pochi passanti e qualche vetrina illuminata. La pittura è carica di tinte macabre e realizzata con pennellate spesse. Le tinte fredde richiamano le atmosfere nordiche. Il dipinto fa parte di un gruppo di opere sul tema del ciclo della vita, della morte e dell’amore.

la fine dei permessi di maternità

Eh ci siamo... ho deciso a malincuore di tornare a lavorare. Stavolta non sarei mai rientrata e sarei rimasta con la mia piccolina sempre,  ma non si può. Dopodomani farà 6 mesi e io giovedì ricomincerò. Perchè giovedì e non lunedì? Perchè ho bisogno di ricominciare con calma, di una settimana ipercorta, di tastare la scuola prima di buttarmi a capofitto nella mia vita di prima. Ah "Vita di Prima"... quella ormai è andata, chiusa. Ora ho una nuova vita fatta di oggi, di tre bambine, di pochi sguardi indietro e tanti in avanti. Un nuovo cassetto di sogni, una salita da percorrere, perchè ho capito che la mia vita è così. Ho tanti sogni, ma devo iniziare a scegliere cosa conta davvero perchè gli anni davanti sì sono ancora molti, ma non sono propriamente infiniti. Del "prima" oltre che la casa mi rimane il lavoro su cui sono davvero indecisa. Vorrei cambiare perchè la mia attuale scuola è troppo lontana da casa e io voglio una vita a piedi, ma è quello l'indirizzo...

Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic

Appena hanno annuciato il vincitore del premio Nobel 2015 sono andata a cercare un libro della vincitrice. Mio malgrado non era reperibile in città nessuna copia cartacea e anche ordinandola via internet non sarebbe arrivata prima di 15 giorni. Ma santo subito ebook mi ha permesso di leggere immediatamente i libri dell'Aleksievic. Ho scelto Preghiera per Cernobyl, ma non è un testo facile. Sono testimonianze, piccole testimonianze di quello che è successo nel 1986 a Cenobyl. Io ne ho un vago ricordo. Allora avevo 7 anni e ricordo che non potevo toccare l'erba e io e mio fratello bevevamo latte in polvere. Oggi ho scoperto che la nube radioattiva è arrivata in Italia proprio il giorno in cui compii 7 anni. Il libro inizia con la testimonianza della moglie di uno dei pompieri intervenuti sull'incendio della centrale. E' stato pesante. Troppo pesante. MA nonostante questo BELLISSIMO! Ogni testimonianza è pesante. Questo libro mi ha aperto gli...

Come è cambiato il fabbisogno di scarpe in trent'anni ma i piedi rimangono due

Quando ero piccola ricordo che avevo solo un paio di scarpe per l'estate: i santalini con gli occhietti e poi un paio di scarpe per l'inverno che di solito erano un paio di scarpe di vernice come queste Basta. Forse avevo un paio di stivali di gomma per la pioggia e basta. Forse a casa della mamma avevo un paio di superga, ma se ero a casa della nonna erano bandite, ho foto in cui ho la tuta e le scarpe di vernice, al solo pensiero mi vergogno. Oggi le mie figlie in barba al consumismo hanno scarpe per ogni occasione e ogni stagione. Partiamo dalla primavera? Scarpa da Ginnastica in tela, scarpa aperta per la gonna, in genere ballerina ma con stringa, scarpa da ginnastica tecnica leggera per camminare, ciabatta che non si sa mai. Estate: Sandalo, almeno due tipi di ciabatta (infradito e no) Scarpa da bosco alta. Autunno: Scarpa da pioggia, scarpa chiusa elegante, stivale, scarpa da ginnastica. Inverno: ci sono i saldi non vuoi implementare il parco scarpe con Stivali, scar...

Make a Wish

Vorrei trovare la lampada di Aladino e avere i miei 3 desideri. Cosa chiederei? 1. Finire la casa al più presto 2. Avere la vita che avevo prima (l'anno più bello della mia vita è stato il 2011 anche se ho perso mio nonno, e vorrei essere felice come allora, viaggiare come allora, e tutto come in quell'anno) 3. Imparare bene il maledetto inglese Non so come fare a realizzare queste poche cose, realizzabili anche senza Aladino e la sua lampada, ma con piccoli e giornalieri sforzi. Una volta ero una maga nel sognare e poi realizzare i miei sogni, adesso non ci riesco più.  Devo poter ricominciare a vivere così.

Un anno è passato

Ci sono delle date importanti della mia vita, una è proprio oggi, il 14 maggio. Il nonno è morto il 14 Maggio 2011. Non dimenticherò mai quel giorno, mai e poi mai... Mio marito è tornato a lavorare casulamente proprio il 14 Maggio dopo quasi 1000 giorni di inattività dopo il suo infortunio e non credo che sia un caso. Il 14 maggio di un anno fa andavo per la prima volta con i compagni di classe di Rachele a fare una grigliata , la prima di tantissime mangiate con quelli che oggi considero i miei amici. Ieri abbiamo replicato casualmente, stesso luogo, stessi amici e ho pensato che il nonno, anzi i nonni da lassù ci abbiano messo lo zampino a farmi capire che la vita che avevo prima non esiste, è inutile che vado cercandola, oggi ne ho una decisamente migliore. Ho tutto quello che mi serve. Un marito, due bellissime bambine e un gruppo di persone bellisse e fantastiche pronte a far casino come mai nella mia vita ho avuto. Cosa voglio di più? Cosa sto cercando ancora? Non lo so neanch...

Libertà

Grazie al cielo conosco mille e uno modo per evadere, anche quando non posso farlo fisicamente, anche se non posso prendere e andare via, ho tanti modi per trovare la felicità anche fra le mura di una stanza. Ho tanti interessi, ora sono fissatissima con la letteratura anzi con la filologia germanica ma anche con l’antropologia. Buttarmi in questi mondi mi riempie di felicità anche se sono incollata in una situazione che non mi piace, in una situazione che non mi dà scampo. Per fortuna ho il mio cassetto dei desideri che non mi abbandona e che mi fa andare avanti anche nei periodi più bui. Prima o poi arriverà il bel tempo.

sii gentile, sempre

In questo particolare periodo della mia vita determinate parole mi feriscono peggio delle lame dei coltelli. Le sento entrare in profondità e lacerare il mio fragilissimo io. Per questo evito il contatto con quelle persone che hanno come abitudine il fare frecciatine oppure battute pesanti, perchè non riesco a reggerle, ho la lacrima facile, sono debole. In genere ho una bella corazza, una me falsa che erigo a mia difesa e che difficilmente viene scalfita, ma ultimamente non riesco più a tenerla in piedi, costa così tanta fatica tenere su questa maschera felice... Dato che so quanta fatica costa tenere su questa impalcatura di felicità quando dentro stai morendo cerco sempre di essere cortese, di non sprecare le parole, di non  rispondere con cattiveria anche quando invece ce ne sarebbe bisogno. Mentre chi ho davanti non usa questa cortesia nei miei confronti. Io sto combattendo moltissime battaglie, sto passando i peggiori anni della mia vita e ho pochissime persone con cui co...

Kahnweiler, la via al cubismo

Mi piace leggere la storia dell'arte direttamente dai suoi protagonisti, quindi dopo Gertrude Stein ho deciso di leggere questo libretto scritto da Kahnweiler, il Gallerista di Picasso. Daniel - Henry Kahnweiler nel 1907 aprì una galleria a Parigi al 28 di Rue Vignon e iniziò a presentare artisti Fauves e poi i cubisti.  Di vedute molto aperte, fu il primo a mettere sotto contratto molti protagonisti dell'avanguardia. Nel 1912 Picasso e Barque firmarono contratti che davano a Kahnweiler il diritto esclusivo di comprare la loro intera produzione. Con lui Picasso lavorerà tutta la vita.

Corcos, ritratto di signora con due adolescenti

Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.