Volevo leggere questo libro da molto tempo, poi alla notiza della morte di Limonov ho deciso che era il momento giusto per capire chi era. Credo che i libri di Limonov non incontrerebbero i miei gusti letterari, ma la sua biografia è stata esaltante anche per ripercorrere tappe storiche che ho vissuto da bambina e ho parzialmente dimenticato e soprattutto per conoscere aspetti poco conosciuti della situazione dell'europa orientale. Anzi l'aspetto antropologico è stato quello che ho preferito, conosco così poco del mondo che mi circonda e dalla storia recente del mondo.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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