Quest'anno mi sono invaghita, fra le mille altre, della serie The Witcher, e sto attendendo la seconda serie che fra i tempi di netflix e quelli del corona virus chissà quando sarà messa in onda, per cui ho iniziato a leggere i libri. Questo primo libro è un po' noioso in quanto richiama i concetti visti alla tv e non aggiunge quasi niente di nuovo, ma ho già comprato il secondo e andrò avanti per tutti gli 8 libri, anche se mi fa strano leggere Strigo piuttosto che witcher.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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