Volevo lasciare il libro dopo 10 pagine, tanto non era adatto a me, invece poi alla fine l'ho letto tutto. Non era poi così male, forse un po' troppo esplicito e anche un po' surreale. I super incesti esistono, ma qui credo che si giunga al paradossale, ma come happy ending abbiamo l'amore che trionfa su tutto e quindi il cerchio quadra. Leggendo tanto si sà che a volte si incappa in libri discutibili, ma una lettura leggera ogni tanto ci sta.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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