Sarà twitter, sarà la voglia di emergere, ma ultimamente sul web non si fa altro tipo di ragionamento che quello per parola chiave. Per essere notata, per essere letti cosa si fa? Si cerca di dire la propria sul fatto del giorno, su quello più cercato, sul fatto più discusso, in modo da emergere. Il più delle volte si emerge con cose che non stanno ne in cielo ne in terra, ma l'importante è emergere. E la gente si incazza intorno a questa pochezza, fa discorsi inutili intorno a questa persona che è inutile e che usa parole a casaccio solo per emergere. Per me entrambe meritano quel che valgono: indifferenza.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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