Anche se ho la casa piena, anzi strapiena, di giochi ogni tanto sento il bisogno , quasi fisico, di regalare qualcosa alle mie bambine. Portarle nello stesso negozio di giocattoli dove mi portava mio papa' (devo ammettere con molta più regolarità di quello che faccio io) e mi faceva scegliere quello che volevo. Ricordo quando scelsi la mia Simona, tutte quelle bambole sul bancone e io che incrociai i suoi occhi... Fu amore a prima vista. E ieri quando ha messo tutte quelle bambole sul bancone per Rachele, lo stesso bancone, la stessa posizione, che tuffo al cuore. E Rachele che senza esitare prende la sua, e si porta il sacchetto più grande di lei fino a casa. E ieri Vittoria, di nuovo in quel negozio che sceglie la sua bambola. Chissà se stavolta ha trovato quella giusta a cui fare da mammina come io facevo con la Simona. Sicuramente questa e' la sua alter ego, ha scelto la bambola che viene punta dalle zanzare... E visto che ieri sera non ha avuto molto tempo per giocare... Stamattina alle 7 e30 era al pezzo per giocare.... E io che volevo dormire....
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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