Non volevo parlare di Shoah a Vittoria perchè non trovavo le parole. Per anni l'ho tenuta all'oscuro. Poi a scuola gliele hanno parlato male, tanto che ha capito Il bambino con il pigiama a righe al contrario e ha pianto per il bambino tedesco. Così con Rachele sono stata schietta, le ho parlato con parole dure e le ho spiegato come stavano le cose fin da subito, in modo che capisse come Hitler ha ucciso 6 milioni di Ebrei. Ho comprato questo libro per Vittoria, ma non ha voluto leggerlo. Le è rimasto un certo pudore per l'argomento male affrontato quando era piccola. Ma ho deciso di non forzarla, tempo al tempo. Così l'ho letto io prima di darlo a Rachele, 9 anni. E' assolutamente adatto. Non c'è niente di non adatto, non possiamo proteggere i nostri figli per sempre dal brutto dell'umanità. Il male è esistito e va conosciuto, un mondo senza paura e senza male è più pericoloso che il male stesso. Lo stile è semplice, il dolore è tanto, ma anche la forza ...