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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

I DPCM del weekend

      Stamattina mi sono alzata, ho guardato il telefono come al solito, ho guardato il meteo e poi le notizie, anche questo weekend Conte ha intenzione di emettere un nuovo DPCM.  Ma scusate Conte lavora alacremente solo il Weekend?  Specialmente a noi della scuola  deve cambiare le carte in tavola la domenica dopo che abbiamo lavorato tutta la settimana per pianificare la successiva? Sinceramente stamattina quando ho letto del vertice sulla scuola mi sono cadute le braccia. Aprire, chiudere... non riescono proprio a decidersi.    Se decidono di chiudere le scuole io sono per un Lockdown Nazionale fino almeno al 6 di Gennaio perchè chiudere la scuola e permettere di uscire è davvero ridicolo.   Mettere i ragazzi davanti ad un pc dalle 8 alle 14 e poi negare loro lo sport, però lasciare aperti negozi e centri commerciali è davvero ridicolo. I ragazzi senza sport sono tutti in giro senza regole , i genitori non li tengono in casa, loro sono fuori con gli amici senza mascherina e senza d

Staremo a casa

  La lista dei miei amici positivi si sta allungando, inesorabilmente. Nessuno si spiega come ha contratto il virus, probabilmente al lavoro. Sono risultati positivi per primi quelli che hanno fatto vita più ritirata, quelli che non sono mai andati al ristorante, quelli che non sono andati in vacanza. Quelli che sono rimasti in casa, che non sono neanche andati in spiaggia. Io rimango a casa.  Stiamo uscendo solo lo stretto necessario per la scuola e la spesa. Sto cercando di non lavorare troppo, di non indurmi io stessa in schiavitù, oggi ho iniziato a guardare le serie. Era tanto che non guardavo più niente. Ho trovato una nuova serie, solo 6 episodi, Barbari. Bellissima, la lingua originale è il tedesco, ma io la guardo comunque in inglese per mantenermi in esercizio, ma con grande sorpresa i romani parlano in latino!  Sono rimasta sorpresa oltre misura. Il mio latino è davvero arrugginito e non sono mai stata in grado di tradurre all’impronta il latino classico e infatti non capisc

Vorrei si potesse rimanere così

Vorrei si potesse rimanere così in questo semi lockdown senza inasprire le regole. Vorrei ci potesse essere scuola per Rachele sempre. Ogni tanto per me e per Vittoria. Vorrei poter uscire se ne ho voglia, ma decidere di rimare in casa perché ne sento il bisogno io, non perché mi è imposto. Capisco però che non tutti siamo uguali e che molti continueranno a far quello che vogliono perché non sono dotati di senso civico. Ieri sono uscita per accompagnare Rachele in conservatorio e per ritirare una consegna e ho visto alle 16 i bar pieni di gente a fare l’aperitivo, una situazione surreale, la movida spostata indietro alle 16. Alle 17:50, stava già facendo buio e le persone si affrettavano verso casa come se fossero le 20... anzi le 21. Siamo arrivate a casa alle 18:10 e pareva che fosse tardissimo, almeno due ore più tardi, coi bar che chiudevano, molte saracinesche abbassate. Qui al nord cenare verso le 19 è abbastanza normale, ma anticipare aperitivo alle 16 e cena alle 18 mi pare tro

Ritorno alla didattica a distanza

  Avevano detto che avrebbero salvaguardato la scuola. E come tutte le promesse dei politici anche quest’anno è stata disattesa. Oggi ho ricominciato a trasmettere su Meet, io a casa, loro a casa.  Unica differenza?  Ieri ho potuto salutare alcuni di loro, uscire dalle classi con un peso al cuore dicendo “ci vediamo sicuramente dopo il 24 novembre, magari anche prima, forse dopo, non lo sappiamo”. è sicuramente stato diverso da quel 23 febbraio 2020, quando mi sono inventata un modo nuovo di insegnare. Oggi a 8 mesi di distanza sono sicuramente un’insegnante diversa, migliore, ma che fatica diventare in così poco tempo quella che sono diventata. Oggi, a differenza del governo, mi sono organizzata. Ho sacrificato un angolo di casa e mi sono creata un mio spazio, una scrivania per la didattica a distanza, con tutto ciò che mi serve: luci, sfondo, materiale, dove mi posso isolare dal resto della famiglia per lunghissime ore durante collegi e consigli di classe. Una sedia abbastanza comoda

Nuovo DPCM : i trasporti sono insufficienti e si lasciano gli studenti a casa

  Si era detto che la didattica in presenza era assolutamente prioritaria, ma nel nuovo dpcm alle superiori la presenza si è portata al 25%, in pratica 1 giorno alla settimana, giusto il tempo di interrogarli. Perché siamo arrivati a questo? Perché la scuola non è un luogo sicuro? No. Perché non riusciamo a garantire gli spostamenti. Quello che non è sicuro è il trasporto pubblico e ahimè su quello non si riesce ad intervenire, in nessun modo.  Non diamo colpa la scuola. La scuola non è un covo di virus.  La colpa semmai è del trasporto pubblico e in questi mesi nessuno ha pensato a come fare a come organizzare la mobilità degli studenti quindi l’unica soluzione è lasciarli a casa. Perché il primo ciclo a a scuola? Perché le scuole del primo ciclo sono più diffuse, perché sono vicine a casa e perché hanno scuola bus. Perché i bambini della fascia 0/14 difficilmente raggiungono la scuola da soli e ancor più difficilmente con il trasporto pubblico. Chiamiamo i problemi con il loro nome.

Cosa ci aspetta nelle prossime settimane?

  Mi sembra di essere tornata a febbraio, stesso clima di incertezza. Un giorno ti svegli e ti tolgono la scuola e poi pian piano ti trovi chiuso in casa. Un po’ ce lo aspettavamo, questa volta non siamo stati i primi, in Europa le cose vanno peggio, in America non sono mai migliorate e insomma lo sapevamo che con l’autunno il covid sarebbe tornato. Lasciamo perdere ere negazionisti, ottimisti e nomask, ma adesso bisogna fare i conti con il virus. Un’estate settimana abbiamo provato a dare una stretta ma non basta. Domani forse una nuova stretta. Spero che la scuola venga salvaguardata fino a che sarà possibile. Non per me, ma almeno per Rachele. Lei sta ancora pagando gli effetti della chiusura di marzo con capricci e pianti, le lezioni davanti ad un pc non potrebbe davvero sopportarle adesso. Va a scuola a piedi, ora il pericolo più grande sono i trasporti, gli spostamenti, la sua scuola è a meno di 500 metri da casa, non vedo perché non debba andare.  Prima della chiusura totale pre

LA tentazione di essere felici

    Erano anni che volevo leggere questo libro, lo mettevo in mille liste e mi dicevo che lo avrei letto, e poi niente rimaneva indietro, gli preferivo altro. Poi è arrivato il momento che l'ho scelto. Un po' spinta dal titolo, perchè in quel momento anch'io tentavo di esser felice. Però il libro non mi è piaciuto, lo devo ammettere. E' pieno di frasi fatte e pompose pronte per essere sottolineate e riportate in giro magari sulla smemo come facevamo quando eravamo giovani oppre ora su un post di pinterest. La storia di per sè non mi ha emozionata poi così tanto, mi aspettavo altro. A volte succede che un libro può non piacerti... a me capita spesso, ma mi dico che capita così di frequente perchè leggo tanto. Possibile? Oppure perchè non so più scegliermi i libri da leggere, sono in preda ad una strana bulimia che mi porta a consumarli senza troppa attenzione e quindi poi a rigettarli...

Arriveranno giorni migliori

  Cerco di farmi coraggio in ogni modo, ma affrontare le giornate non è per nulla facile, dall’inizio alla fine una sequela di brutte, pessime notizie.  Cerco di farmi coraggio, ma mi pare di annegare nel mare delle difficoltà. Mi è impossibile frenare le lacrime quando penso a quanto è stata difficile la giornata oggi. Alzarsi, andare al lavoro, sapere che fra i 20/25 ragazzi di fronte a te c’è sicuramente qualcuno malato che potenzialmente può infettarti prima o poi, tutte le formalità da sbrigare, le attenzioni che devi mettere quando fai l’appello, quando ritiri le autocertificazioni, sperare che abbiano dichiarato il vero.  Il continuo lavarsi le mani. Il caffè con i colleghi. Quando ti abbassi la mascherina il brivido lungo la schiena. Ma di quel caffè ne hai bisogno. E il sorso d’acqua? Dopo ore che parli ne hai bisogno. Cerco di farmi coraggio quando arrivano gli esiti dei tamponi, ma poi tocca anche alla mia classe. La classe più piccola. La classe dove non riesci a stare sedu

Ho bisogno di farmi coraggio

Per la prima volta dopo tanto tempo ho bisogno di farmi coraggio. Tra dpcm e ordinanze regionali a scuola non so che pesci prendere, da lunedì dobbiamo ribaltare l’orario, cambiare strategie, ricominciare tutto daccapo. Sono stanca. Avrei quasi bisogno di una settimana di riposo. Sono sempre a pensare a come organizzare il lavoro che tutto mi cambia sotto. Non vi dico poi lo stress di quando entrò in classe e trovo degli assenti. Mi chiedo come stanno. Mi chiedo se sono svogliati o ammalati. Poi quando arrivano le notizie dei tamponi ho il fiato sospeso fino al risultato... Quando poi arrivano le notizie delle positività... beh insomma non stai bene, la preoccupazione c’è sempre.  Forse ora è peggio di Marzo, si sta entrando in un tunnel che già conosciamo. Potevamo fare e forse non abbiamo fatto, siamo nel momento dei se e dei ma... ma in due mesi forse non si è fatto in tempo a costruire niente perché tutti i paesi sono messi come noi. A marzo non conoscevo nessuno di malato. Adesso

Quello che ancora non sai di me

Come è noto tengo i libri di Virginia Bramati per i momenti difficili e vi starete chiedendo Artemisia che periodo di merda stai passando? Si esatto un bruttissimo momento, un po' come tutti, questo 2020 mette alla prova anche me poi ovviamente lo sto condendo con altre brutture che la vita mi riserva e quindi cerco di trovare sollievo e conforto nei libri di Virginia, che ahimè sembrano un po' sempre parlarmi anche se certe cose vorrei proprio non trattarle, ma anche il suo libro mi parlava di cose a cui non volevo pensare. E' proprio vero che i libri non ti arrivano mai fra le mani per caso, ma il suo stile brillante e spensierato mi ha messo il sorriso a fior di labbra. Indirettamente Verate primeggia come luogo della felicità, anche se questo capitolo è ambientato tra Sirmione Milano e la Calabria. Verate è inclusa indirettamente perchè l'intreccio si svolge Nella Grande Villa sul LAgo di Garda trasformata in casa famiglia nel libro E se non fosse un segreto?   ment

Di DPCM in DPCM

 Finchè riuscirò a riderne ne riderò, poi non so. Comunque dire la domenica del 18 ottobre alle 21.30 che le scuole devono entrare dopo le 9 è mancanza di rispetto. Hanno avuto da Marzo ben 6 mesi per pensare all'inizio della scuola e solo ora pensano di entrare alle 9? Come se non si sapesse da Marzo che il problema principale non è la scuola ma il trasporto pubblico, perchè il problema era già presente prima del covid! Ma cosa credono che posticipando l'entrata a scuola magicamente ocmpaiono gli autobus? io parlo per la realtà della mia città. Sull'autobus che ci porta a scuola ci sono solo ragazzi alle 7:35. Alle 8:35 ci saranno anche gli anziani che vanno a fare la spesa, ergo sarà ancora peggio. E i ragazzi che giungono dalle valli arriveranno in città sempre alle 8 perchè non c'è alternativa e aspetteranno fino alle 9 o alle 10 in un bar, sempre che non li chiudano. Direte: non vi va mai bene nienete! A mio avviso non si può imporrre un orario nazionale senza cono

Il partigiano Johnny

 Il Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio è uno dei libri più belli che abbia mai letto, ma se lo avessi letto a 20 anni non l'avrei capito, non l'avrei apprezzato come oggi. Oggi mi ha parlato nell'intimo. Ho scritto un milione di volte che odio i libri pieni di aggettivi, che odio i libri dove ci sono milioni di parole che descrivono una cosa, che mi piace la scrittura concisa e secca priva di fronzoli, eppure ho amato questo libro dall'inizio ala fine perchè pieno di parole. Le parole vanno conosciute e le parole vanno sapute usare. Nella vita è vero tutto e il cotrario di tutto finchè non lo incontri nella forma che si confà a te. Questo libro è un tripudio di parole e quando quelle in Italiano non bastano si fa ricorso anche a quelle inglesi. Johnny parla in inglese, pensa in inglese. Durante l'inverno l'inglese si assottiglia per poi esplodere di nuovo come la guerra. A volte ero così attenta alle parole che perdevo di vista la trama. E' prprio vero che

Non chiudete le scuole

   Fate di tutto, ma cercate di tenere le scuole aperte.  Ogni giorno facciamo un grosso sforzo: ragazzi, personale e presidi perché tutto avvenga in sicurezza. In questo primo mese di scuola ho fatto le lezioni più belle di tutta la mia carriera. Lezioni partecipate, lezioni sentite. Non siamo saliti sui banchi in piedi ma poco ci mancava. Tutte le volte mi disinfetto la postazione, le mani, le mie cose. Tengo la mascherina. Tengo le distanze. Apro la finestra, urlo per farmi sentire. Rispetto tutte le regole. Loro rispettano ogni regola. Non ho mai avuto alunni così disciplinati in 14 anni di servizio. Non toglieteci la scuola. I ragazzi ne hanno bisogno. Se togliete la scuola andranno a cercare la socialità e il proibito altrove.  Meglio che si trovino a scuola, meglio che seguano un minimo di regole a scuola. Sono consapevole che la mia scuola è diversa. So che da noi abbiamo  distanze ampie, più di 1,20 mt tra uno studente e l’altro, più di 2,5 mt fra me e loro. So che alla mia sc

L’aria buona del giardino

  L’avventura di molti blogger si è concretizzata in un libro, sono qui a raccontare quella di Atapo , che leggo su libero da quando è andata in pensione e si è data alla scrittura del blog. Quest’estate ha deciso di far uscire questo libro dove racconta la sua infanzia e la sua gioventù. La leggo da tanto, da quando è nata mia figlia grande ma in questo libro ho trovato molto di lei che già conoscevo ma altrettanto che non conoscevo. Ogni pagina è stata una scoperta, un brivido, un’emozione, spesso ho avuto la pelle d'oca. La sua scrittura è evocativa, ma allo stesso tempo intima, molto diversa da quella Atapo che negli anni ho imparato a conoscere nelle pagine del blog, una vera scoperta.  Non voglio raccontare nulla, vorrei solo invitarvi alla lettura di questo libro che racconta la vita di una persona normale in una Bologna normale, travolta dalla storia, il dopoguerra, il 1968, la strage di Bologna. Pensare che anche mia nonna doveva essere lì in quel momento, ma perse i

Recap della settimana

  La pandemia ci ha sconvolto la vita, ha cambiato tutti gli equilibri, inutile nasconderlo. Credevo che ci avrebbe reso migliori, ma così non è stato. Nel nostro caso ha allargato fratture. Non siamo più in grado di Accettare compromessi. Per quanto mi riguarda ho sempre creduto che l’amicizia fosse fondamentale e andasse coltivata dalla più tenera età, purtroppo io sono sempre stata educata alla solitudine e quando lo sei è difficile cambiare tanto che ormai per me è una chimera. Mi sono sforzata di insegnare alle bambine qualcosa che non conoscevo ma l’attitudine alla solitudine prevale. In questi mesi pandemici ho capito che non era amicizia quella che ho coltivato negli scorsi anni, ma ancora una volta convenienza, forse. Quindi ora aspetto il momento giusto per regolare i conti e chiudere una situazione che è più di un anno che si trascina, il silenzio e le parole non dette devono uscire prima o poi, non possono rimanere sospese per sempre. Questa è stata una settima di addii, di

Riposa in pace

All’inizio della pandemia avevo messo in conto di perdere qualche affetto, sicuramente fra i più anziani della famiglia, perché sapevo che comunque non saremmo riusciti a proteggere tutti. Ci siamo protetti dal COVID, ma ci siamo spesso dimenticati di controllare il resto, così lo Zio, il portiere, è volato via. In questi giorni non ho trovato le parole, se non il silenzio. In famiglia a volte i rapporti sono complessi e non sempre così capisce, si capiscono i rapporti fino in fondo, ci si morde la lingua, non si parla e si va avanti. Ho i suoi occhi azzurri davanti, liquidi. Le ultime parole che mi ha detto qualche tempo fa mi rimbombano nella testa, parole quasi oracolari, visto che sono le ultime che ci siamo scambiati. Come il solito frugo nella testa e trovo solo vuoto, nessun ricordo, se non quella chiacchierata quel giorno, le sue parole le ricordo nitide, tutto il resto non riesco proprio a recuperarlo in questo momento. «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» E

La vera libertà

  Inizio a pensare che nella piena libertà di espressione non ci sia vera libertà. Se ognuno di noi è pienamente libero di esprimersi, di esprimere le sue opinioni sicuramente offenderà il suo interlocutore che certamente non potrà mai esercitare lo stesso diritto di esprimere appieno le sue libertà espressive perché si sentirà aggredito, offeso e per non scatenare litigi tacerà. Oppure tacerá perché si trova di fronte a un tale cretino a cui è inutile rispondere, ma tale cretino si crederà vincente nella discussione proprio perché è cretino. Se non ci fosse piena libertà di espressione i cretini non parlerebbero. Quante volte vi siete trovati di fronte ad una discussione che inizia con “su Facebook ho letto che...” e vi snocciolano una notizia come se fosse verità evangelica? Scrivo evangelica non a caso. Di fronte a queste persone semplicemente dovrei andarmene. Ma mi lega il sangue. Sono comunque una persona all’antica con valori ormai evaporati nella società odierna, che si sforza

Ken Follet: la trilogia di Kingsbridge

  Per allontanare le inquietudini mi sono data al romanzo storico e anche di una certa mole, e ho affrontato la trilogia di Kingsbridge, tre tomi abbastanza impegnativi di oltre 1000 pagine l’uno.  Avevo spergiurato che non avrei mai aperto un libro di Ken Follet in vita mia ma alla fine l’ho fatto e ne ho letti anche tre. Alla fine non è stata un’esperienza negativa, anzi, ho letto di peggio. I libri di questa mole sono ripetitivi, per non fare perdere al lettore il filo ogni 200 pagine tendono a fare un piccolo recap, peccato che io mi ricordassi benissimo tutto e questi recap mi annoiassero a morte. Ogni libro è a se, anzi passano fra uno e l’altro diverse generazioni quindi possono essere letti anche singolarmente e distintamente. Però se si vuole leggerne due è meglio iniziare dai pilastri della terra e andare avanti. Senza ombra di dubbio il mio preferito è I pilastri della terra. Di ambientazione medievale, parla di costruttori di cattedrali e come temi trattati li ho trovati pi

dopo solo 4 giorni, siamo di nuovo a casa...

 La scuola è durata solo 4 giorni. Domani siamo già a casa, non per Covid, ma per allerta meteo! Domani è prevista una bella allerta arancione e così siamo tutti in DaD... e io che credevo di aver archiviato le lezioni a distanza almeno per un po'... invece no, domani ci risiamo. Insomma mai una gioia. Che dire di questi 4 giorni? Le bambine felicissme, soprattutto Rachele. La sua scuola è organizzatissima e non ci sono poi grossi problemi e finalmente posso tirare un sospiro di sollievo dopo mesi complicatissimi. Finalmente ha la sua vita fatta di scuola, musica e palestre, manca solo un po' di socialità, ma ci basta davvero poter andare a scuola, al conservatorio e in palestra per ora. Le criticità più grandi per ora le incontra Vittoria che frequenta il più grande istituto della città, lei che è sempre andata a scuola da sola, adesso deve essere accompagnata perchè è molto difficile prendere l'autobus, sono pochi e mal gestiti. Però la scuola le piace. Vedremo come andrà