Mi sembra di essere tornata a febbraio, stesso clima di incertezza. Un giorno ti svegli e ti tolgono la scuola e poi pian piano ti trovi chiuso in casa. Un po’ ce lo aspettavamo, questa volta non siamo stati i primi, in Europa le cose vanno peggio, in America non sono mai migliorate e insomma lo sapevamo che con l’autunno il covid sarebbe tornato.
Lasciamo perdere ere negazionisti, ottimisti e nomask, ma adesso bisogna fare i conti con il virus. Un’estate settimana abbiamo provato a dare una stretta ma non basta. Domani forse una nuova stretta. Spero che la scuola venga salvaguardata fino a che sarà possibile. Non per me, ma almeno per Rachele. Lei sta ancora pagando gli effetti della chiusura di marzo con capricci e pianti, le lezioni davanti ad un pc non potrebbe davvero sopportarle adesso. Va a scuola a piedi, ora il pericolo più grande sono i trasporti, gli spostamenti, la sua scuola è a meno di 500 metri da casa, non vedo perché non debba andare.
Prima della chiusura totale preferisco una riduzione d’orario, senza mensa.
Speriamo che questa volta si tutelino i bambini.
Questa volta il virus ci porterà dritti verso la crisi economica, è inevitabile.
Speriamo solo che dopo questa grande crisi ci sia una grande rinascita.
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