La pandemia ci ha sconvolto la vita, ha cambiato tutti gli equilibri, inutile nasconderlo.
Credevo che ci avrebbe reso migliori, ma così non è stato.
Nel nostro caso ha allargato fratture. Non siamo più in grado di Accettare compromessi.
Per quanto mi riguarda ho sempre creduto che l’amicizia fosse fondamentale e andasse coltivata dalla più tenera età, purtroppo io sono sempre stata educata alla solitudine e quando lo sei è difficile cambiare tanto che ormai per me è una chimera. Mi sono sforzata di insegnare alle bambine qualcosa che non conoscevo ma l’attitudine alla solitudine prevale.
In questi mesi pandemici ho capito che non era amicizia quella che ho coltivato negli scorsi anni, ma ancora una volta convenienza, forse. Quindi ora aspetto il momento giusto per regolare i conti e chiudere una situazione che è più di un anno che si trascina, il silenzio e le parole non dette devono uscire prima o poi, non possono rimanere sospese per sempre.
Questa è stata una settima di addii, di famiglie riunite, di dolore e di inizi, di rapporti ripresi. I rapporti di sangue, anche se negati, rimangono sempre i più importanti, il sangue non mente.
Una settimana di rodaggio, un nuovo inizio di convivenza con il covid, a scuola in pieno orario con le mascherine, in palestra con le restrizioni, alla ricerca di soluzioni per evitare assembramenti e vivere la normalità che ci è permessa.
Al lavoro mi stanco tantissimo, parlare con la mascherina è faticoso, è faticoso progettare tutta l’attività in modo nuovo, è faticoso tenere a mente tutte le nuove regole sulle giustificazioni e poi la paura di finire in quarantena è tanta, anche se... se finisco in quarantena sarei in malattia e avrei quindi 14 giorni di riposo, non che ne abbia bisogno ma lo stress inizia ad accumularsi.
Ho paura di finire in quarantena per un solo motivo, ho paura che la mia bimba piccola sia trattata da untrice, la chat dei genitori delle elementari è davvero pessima in questo senso. Proprio perché la pandemia non ci ha reso migliori.
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