Negli ultimi 10 anni della mia vita, ogni volta che vedo una piccola luce infondo al tunnel della mia disperazione, ogni volta che ricomincio a respirare a pieni polmoni, a provare un po’ di gioia, ecco che inevitabilmente tutto finisce di nuovo.
Gli anni della pandemia sono stati difficili, intravedevo una luce, il barlume di una vita normale. Ora invece da due giorni siamo stati catapultati dalla pandemia alla guerra e non so cos’è peggio. La guerra è lontana, la pandemia l’ho toccata a piene mani, ma questi due giorni sono stati così pieni di angoscia da sembrare mille. L’angoscia per coloro che conosco che sono ucraini ma in Italia, l’angoscia per coloro che conosco che sono ucraini in Ucraina. Le altre guerre, in Afganistan, in Siria, in ogni dove perché sono state innumerevoli nella mia vita, non le ho mai sentite così angoscianti come questa. Probabilmente sono così angosciata perché ho paura che diventi altro.
In casa ne parliamo tanto, le bambine tirano fuori sempre collegamenti con la storia e si parla di Hitler, Bismarck, di guerre passate. Il discorso poi passa alle materie prime, alla chimica, per finire poi in discussioni più tranquille. Sono felice di averle abituate a guardare il telegiornale e averle abituate a discutere le notizie.
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