Abbiamo visto questo film a scuola, un film forte, un film di denuncia. L'ho visto con alcuni ragazzi rifugiati che avevano le lacrime agli occhi, mi hanno detto che il loro paese è così, che loro sono scappati così.
I suoi occhi rossi dal pianto non li scordo, non li scorderò mai. E poi la barriera linguistica. Io non so il francese e loro non sanno l'italiano. La promessa di riuscire a imparare tanto italiano quanto basta per raccontarmi tutta la loro storia di sofferenza attraverso l'Africa.
Emblematiche le parole di lei: cosa può fare una foto? Può commuovere qualcuno, ma poi qui rimane tutto uguale.
Sì, la foto di bambini migranti che annegano nel mediterraneo ci smuove per un solo giorno, poi tutto si dimentica, così presto come si è aperto si chiude, si erigono muri e si innalzano frontiere.
E adesso non posso guardare con gli stessi occhi i diamanti che ho sulle mani, i diamanti che ho addosso... non ne voglio più. Non ne voglio altri. Non è vero che i diamanti sono i migliori amici di una donna. Almeno i miei ora bruciano come tizzoni di carbone. E' proprio vero che dai diamanti non nasce niente mentre dal letame nascono i fiori.
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