In questo periodo trovo leggo con fatica, sono stanca e la sera mi addormento quasi subito e devo ammetterlo spesso ho perso il filo del discorso. Devo dire che ho trovato il libro davvero interessante, come ogni libro di Roth. Zukerman ha ormai 40 ed è uno scrittore di successo, solo che ha portato nei suoi libri i lati negativi della sua comunità e forse per questo il padre ne muore. Lui oberato dal successo inizia a sentire un dolore che gli impedisce di vivere serenamente. Come se il dolore fosse il pegno da pagare per aver svelato i segreti degli ebrei. E questo "contrappasso" mi ha interessato parecchio, come la sua soluzione. Il libro mi è piaciuto molto, ma ora ho bisogno di qualcosa di frivolo, riflettere in questo momento della mia vita è una cosa ardua.
A quarant'anni, lo scrittore Nathan Zuckerman cade vittima di un
misterioso disturbo - puro dolore, che inizia dal collo e dalle spalle,
invade il torace e prende possesso dello spirito. Zuckerman, la cui vita
era il lavoro, non riesce a scrivere neppure una riga. Il suo lavoro
diventa allora peregrinare da un medico all'altro, ma nessuno individua
l'origine del dolore, e nessuno lo riesce a mitigare. Zuckerman comincia
a chiedersi se il dolore non sia causato dai suoi stessi libri. E
mentre se lo chiede, la sua dipendenza dagli antidolorifici si evolve in
una vera e propria tossicodipendenza: dalla vodka, dalla marijuana e
dal Percodan. La lezione di anatomia è una grande commedia della
malattia, scritta in quello che il critico inglese Hermione Lee ha
definito «uno stile allo stesso tempo (...) spudorato e riflessivo (...)
lirico e circospetto, che emana attraverso confessioni e indignazioni
comiche (...) una sapiente, umana autorevolezza».
http://www.einaudi.it/libri/libro/philip-roth/la-lezione-di-anatomia/978880619073
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