Passa ai contenuti principali

Il bacio della Vittoria, Alfred Eisenstaedt




Non poteva per nulla mancare della mia webgallery dei baci la fotografia di un bacio davvero famoso!

La foto è stata scattata da Alfred Eisenstaedt a New York il 14 agosto del 1945 durante la parata di celebrazione della vittoria sul Giappone. E’ lo stesso fotografo, reso immortale da questo scatto, a ricordare che “mi muovevo con la mia Leica ma non riuscivo a trovare una inquadratura che mi convincesse. All’improvviso vidi qualcuno vestito di bianco. Mi girai e scattai mentre il marinaio baciava l’infermiera. Se lei avesse avuto un vestito nero, non avrei mai scattato quella foto. Se lui fosse stato in divisa bianca, idem”.



Il marinaio stringe a se in modo passionale l’infermiera, baciandola in bocca. Con un braccio le cinge il fianco e con l’altro stringe il suo petto a lui, con una sfacciataggine concessagli esclusivamente dal momento storico. Lei sembra divincolarsi, e la gamba destra non poggia a terra, dando all’immagine l’idea del dinamismo della situazione. Intorno al bacio, fulcro della fotografia, si vede Time Square affollata per i festeggiamenti: sulla sinistra due marinai osservano divertiti la scena, mentre sulla destra un’anziana signora sorride all’esuberanza dei due giovani. Non è un bacio d’amore, è un bacio alla gioia di vivere, di vivere una nuova vita, lontano dai timori dei bombardamenti, dalle paure per i figli e gli amici impegnati a combattere al fronte.
Pubblicata dal magazine Life, la foto del bacio tra l’infermiera e il marinaio fece il giro del mondo come simbolo di speranza per un nuovo inizio.


Fino agli anni Settanta i due protagonisti erano degli emeriti sconosciuti, fino a che Edith Shain, la donna in bianco nella foto (l’infermiera, appunto) scrisse al fotografo Alfred Eisenstaedte rivelò la propria identità. Ne seguì anche un breve racconto: “Ero al lavoro in ospedale a New York, ad un tratto tutti cominciarono a correre per le strade, manifestando la gioia per la fine della guerra. Con delle amiche mi recai a Times Square, era una festa tutti si baciavano e si abbracciavano e così mi ritrovai abbracciata a un ragazzo che non conoscevo e che dopo non ho mai più visto, non mi interessava sapere chi fosse ma sapevo che lui aveva combattuto anche per me”.
Mentre per il marinaio si presentarono in 13. Ma alla fine George Mendonsa si riconobbe e ricorda: “Eravamo al Radio City Music Hall, hanno sospeso lo spettacolo per dare la notizia della fine della guerra, i giapponesi si erano arresi. Insieme alla mia ragazza andammo in un bar vicino per festeggiare la bella notizia. L’emozione per la fine della guerra mi ha fatto bere un paio di drink in più, così quando siamo usciti dal locale …è stato un attimo, ho visto l’infermiera, l’ho afferrata e baciata“. La prova del nove starebbe infatti in una seconda foto dove si intravede anche la moglie di Mendosa e lei, invece dichiara: “Ero stupita ma non infastidita nel vedere George, baciare un’altra donna dopo appena una settimana che ci frequentavamo. Le donne continuano ad avvicinare George, dicono che sono arrivate per il bacio del marinaio, pensano che così il marinaio le deve baciare. La gente scrive a George, chiede autografi e qualcosa sulla storia del bacio”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Skopas, Menade Danzante

Fino ad ora ho aggiunto a questa mia collezione privata opere che in quel determinato momento significavano qualcosa per me, magari perché le stavo spiegando in classe o perché stavo leggendo un libro. In seguito ho aggiunto due filoni tematici che mi hanno sempre affascinata: i baci e le donne in bianco. Ma di opere che amo fortemente ce ne sono poche. La Menade danzante di Skopas è una scultura che mi è sempre piaciuta tantissimo sin dal Liceo. Non ho ancora avuto la fortuna di andare a Dresda ad ammirarla dal vivo e mi sono sempre accontentata delle fotografie. La statua rappresenta una delle menadi, le fanciulle seguaci del dio Dioniso di cui ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una copia di età ro...

Amore e Psiche

Canova rappresenta in  Marmo la favola di Amore e Pische tratta dalle Metamorfosi di Apuleio: Amore ama la fanciulla Psiche ma pone come condizione che ella non cerchi mai di vedere il suo volto visto che si presenta da lei solo di notte. Psiche spinta dalla curiosità e istigata dalle sorelle gelose manca al patto e cerca di scoprire chi sia il suo amante e il dio s’invola. Psiche, per ricongiungersi ad Amore dovrà superare una serie di ‘prove iniziatiche’, l'ultima consiste nel recarsi negli inferi e chiedere a Proserpina un po' della sua bellezza.

I biscotti della nonna

  Alla nonna piacevano i dolci, in casa non mancavano mai le caramelle e tantomeno i biscotti che lei chiamava “pastìccini” che ovviamente offriva se qualcuno andava a farle visita. Spesso acquistava i tresor e io ne andavo matta. Solo oggi ho realizzato che non li fanno più. Non so quando sono usciti di produzione ma ormai fanno parte di quelle cose anni 80 svanite. Altro biscotto uscito di produzione che andava per la maggiore in casa della nonna era questo: Mi ricordo che acquistava sempre quello ai fichi. Anche questo biscotto non è più prodotto e chissà da quanto. Entrambi si trovano solo nei siti che ricordano i “favolosi” anni 80, ma sono solo ricordi. In compenso si trovano moltissime ricette per i tresor da fare in casa, ma in fondo basta guarnire un pavesino e il gioco è fatto. Ma oggi le persone vanno sempre in visita nelle case delle persone che conoscono o dei parenti? Ricordo che negli anni 80 i miei nonni ricevevano visite e le facevano. I mei genitori mai. Semmai fa...

Millet, coltivatori di patate

Ho partecipato molte volte alla raccolta delle patate, ma mai alla semina. In questo dipinto Millet racconta la semina delle patate. L'uomo che con la zappa prepara il dolci, la donna che lascia cadere le patate a terra, nella speranza che esse prolificano. Questo dipinto ha la stessa monumentalità di un quadro assai più famoso di Millet, l'Angelus. Anche qui troviamo una coppia di contadini, non intenta alla preghiera ma bensì al lavoro quotidiano.

FABIO ROVAZZI - ANDIAMO A COMANDARE

Quante volte avete ascoltato, visto e cantato questa canzone durante l'estate 2016? Io sinceramente non le conto neanche da tante che ne sono state... Poi piaceva così tanto alle bambine che l'hanno persino imparata a memoria, come Vorrei ma non posto di Fedex e J Ax e Sofia di Alvaro Soler. Piace così tanto che ora le animatrici la propongono ai compleanni, come ieri pomeriggio al compleanno di E. . E tutti i seienni che la cantavano e la ballavano! Alcuni così bene da far invidia a dire il vero. Non credo che ce la dimenticheremo nato facilmente... non credo che ci dimenticheremo le feste in cui l'hanno ballata e nemmeno le volte che l'abbiamo cantata in macchina noi 4 oppure sempre in macchina con le nostre e le loro amiche quando siamo stati in giro quest'estate. Certo l'estate 2016 e anche l'autunno sono caratterizzati dall'Andare a Comandare! (Col trattore in tangenziale è meglio).

Gli amanti, Magritte

Oggi ho scelto Gli Amanti di Magritte perché vorrei presentarvi nelle prossime settimane una serie di "baci". Inizio con questo perché oggi mi sento molto surrealista! :) Dell’opera esistono due versioni, entrambe datate 1928, la prima attualmente è conservata presso la National Gallery of Australia, mentre la seconda si trova al Moma di New York . Il quadro raffigura due amanti che si baciano appassionatamente, con le teste coperte da un panno bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare, suscitando una certa inquietudine e angoscia. La scena è poi completata da uno sfondo fortemente contrastato di tonalità di blu e dalla cornice classicheggiante che riveste la rossa parete, riportando agli occhi i tempi antichi. I due lenzuoli sono resi con un abile uso dei chiaroscuri, che sembrano riecheggiare i virtuosismi del peplo di una scultura ellenistica, e sono fonte di luce dell’intera opera. Questi drappeggi che paiono leggeri e appena appoggiati sui volti dei du...

Riposo durante la Fuga in Egitto, Caravaggio

Oggi scelgo di aggiungere alla mia galleria quest'opera di Caravaggio perché nei giorni scorsi ho letto su qualche social la polemica legata all'interpretazione sgarbiano dello sguardo di Giuseppe: sarebbe un chiaro ammiccamento sessuale all'angelo.  Lì per lì mi son detta: "solita piazzata del solito personaggio".  Ho osservato quello sguardo più e più volte. Io ci vedo solo lo sguardo stanco di Giuseppe che semmai dice "non mi rompere il belino, voglio dormire anch'io". Mi pare più ardente di desiderio lo sguardo dell'asino, a dire la verità.  Sinceramente io non sopporto queste letture interpretative, della serie c'era chi sosteneva che comunque Caravaggio era gay e quindi per questo Giuseppe brama di desiderio vedendo l'angelo, mentre Maria è assopita. 

Benvenuto inverno

Oggi è il giorno dell'anno che adoro di più.  Oggi è il giorno più corto dell'anno. Le ore di buio sono più di quelle di luce ma da domani... da domani pian piano le ore di luce aumenteranno gradualmente e finalmente tornerà la bella stagione! Non che la cattiva stagione sia mai arrivata, anche ieri c'erano quasi 20 gradi e non abbiamo ancora avuto bisogno delle giacche pesanti, ma le giornate corte e il buio mi deprimono troppo per non parlare della pioggia. L'autunno è sempre troppo piovoso, è il mese delle allerte meteo, della paura. Invece l'inverno porta meno piogge e a volte un cielo terso e tramonti infuocati. Sono pronta a un clima più rigido ma anche più secco. Non ne posso più dell'acqua. Anche se quando abbiamo un autunno bagnato le temperature rimangono alte... e per una come me che ha sempre freddo... questo sarebbe meglio. Ma sono stufa delle giornate piovose!

Toulouse Lautrec “Moulin Rouge. La Goulue”

Aggiungo, oggi,  alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch...

La stele di Hammurabi

Questa opera mi affascina da quando avevo 8 anni e non ha mai smesso di esercitare il suo magnetismo e il suo fascino su di me. L'ho vista e ammirata al Louvre e sinceramente me ne sono innamorata subito.  In verità mi piace tutta la civiltà mesopotamica e vi consiglio di andare qui per farvene un'idea più precisa.