Al giorno d’oggi la nostra vita è regolata da algoritmi e nemmeno lo percepiamo. Dietro ad ogni nostra azione c’è un algoritmo che regola la nostra vita.
Negli ultimi anni mi sono abbandonata all’algoritmo per scegliere i libri da leggere. Leggendo tantissimo avevo voglia di qualcosa che mi consigliasse libri simili ai miei in modo da andare sempre sul sicuro,in modo da avere sempre qualcosa che incontrasse i mei gusti. Negli ultimi anni l’algoritmo ha preso il sopravvento e mi sono trovata a leggere sempre le stesse cose, e cose sempre meno interessanti. L’algoritmo ti porta alla ridondanza, ti propone solo cose che possono piacerti e che rispecchiano le tue scelte passate. Per maturare una posizione è utile anche leggere qualcosa di contrario, affrontare l’argomento da più punti di vista, ma l’algoritmo non ti permette questo, rafforza il tuo punto di vista. Lo supporta, lo promuove, cerca di radicare le tue convinzioni non ti da modo di uscire dalla tua bolla. Grazie al cielo il libero arbitrio ha la meglio sull’argoritmo e sono ancora in grado di scegliere da sola. Infatti quest’anno ho scelto di leggere meno e meglio, spesso quantità non è qualità. Ho bisogno di ritrovare i miei veri interessi letterari, di una pausa, dio a ricerca di ciò che mi piace davvero. Forse è una crisi del lettore, forse una crisi tutta mia.
Gli algoritmi dominano i social, ci fanno vedere solo quello che vogliamo noi, ci propongono contenuti che rafforzano le nostre convinzioni. Forse è il caso di riflettere su questo e mettere in ordine le proprie idee e capire se abbiamo bisogno di approfondimenti extra per capire se stiamo seguendo fake news che implementano le nostre convinzioni, oppure il mondo va proprio così.
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