Tra un mese a quest’ora avrò numero tre fra le braccia.
Se penso di essere arrivata quasi alla fine non ci credo. Questi 8 mesi sono stati tutti in salita e non ho mai avuto veramente il tempo di pensare a Lei. Di immaginare Lei. Di immaginare la nostra vita a 5.
Prima la paura di non riuscire ad andare avanti, ho sempre 42 anni. Poi il Bi-test positivo. Quelle 4 settimane di ansia prima del risultato della villocentesi. Poi la catena di morti in famiglia che mi hanno fatto penare davvero. Il diabete gestazionale, le trasfusioni e infine il covid. Insomma con Lei nella pancia le ho passate tutte. E ora sono stanca. Prepariamo con estrema lentezza il suo arrivo, perché dopo il covid siamo lenti e malaticci un po’ tutti. La data per il cesareo già fissata, ma non abbiamo ancora deciso quale sarà il suo nome. Una vaga idea c’è ma a papà non va mai bene nulla. Forse mettere d’accordo noi tre ê più facile.
All’inizio avevo paura a passare i primi giorni da sola, completamente da sola, all’ospedale. Dopo il covid non ho più paura, sono stata così sola in ospedale, per così tanti giorni che altri 5 mi appaiano nulla. Quando stai male, male davvero, una persona vicina ti cambia davvero la giornata. Stare sempre soli è straziante.
Quello che accadrà dal 9 agosto in poi è per me un’incognita, ma spero solo che sia un bagno di felicità… ho percorso questa salita solo per essere felice.
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