L’anno scorsoci hanno dato i banchi a. Rotelle anche se poi molti presidi hanno scelto di acquistare banchi diversi, singoli e tradizionali, perché i banchi a rotelle hanno il loro perché in certe realtà, in certe classi, non in tutte. E forse avevamo anche bisogno di rinnovare i banchi perché in certe scuole c’erano gli stessi da almeno 40 anni.
Ma di cosa avevamo bisogno lo scorso anno come quest’anno?
Di meno alunni per classe. Le classi da 30 sono ingestibili, sia esse siano prime che quinte. Avere una quinta da 27/30 alunni, e le ho avute, è un incubo, riesci a fare la metà delle cose che dovresti. Io ho esperienza d'insegnamento su classi di diversa grandezza, anni fa ebbi una classe con 3 alunne, classi con 10/12 alunni, classi di 30 e veramente tantissime classi di 25/27 alunni. Prima della riforma Gelmini ero solita avere classi di 18/20 alunni che secondo me è il numero correto. Partire in prima con 24 ti da la garanzia di arrivare in quinta con 16/18 alunni, un numero più che giusto. Nel mio istituto si passerebbe da circa 34 classi a circa 42 e la differenza non è poi così tanta, ma se contiamo che per 34 classi occorronno circa 12 insegnanti di italiano, per 42 ne servono 14 e qui vi svelo perchè il numero di alunni per classe non si tocca, perchè oltre ai due di italiano ne servono 2 di matematica ecc.. in soldoni per lo stato significa passare da circa 70 professori ad almeno 90, 20 persone in più moltiplicate per ogni scuola d'Italia.... fate voi il conto. Aggiungere 5/6 alunni per classe comporta un risparmio davvero notevole sul piano dei conti erariali. Che poi a questo"guadagno" corrisponda un peggiore livello degli apprendimenti interessa a pochi, perchè il deteriorarmento degli apprendimenti si può valutare a distanza di anni e si può dare la colpa a qualcun altro, come per esempioagli insegnanti, alle famiglie e ai ragazzi stessi.
La scuola ha bisogno anche di personale motivato e qualificato. Le lauree magistarli da sole non bastano a fare un insegnante. si ha bisogno di un percorso serio che aggiunga contenuti come la legislazione scolastica, moduli di didattica delle discipline, metodi di apprendimento/insegnamento ecc. il percorso poi deve contenere un periodo di affiancamento con un docente esperto e finire con un controllo degli apprendimenti serio e non proforma e un esame finale sui contenuti con valore concorsuale e ovviamente abilitante. Nella scuola c'è un endemico bisogno di supplenti, il precariato è incontrastabile, ma garantire 3o 4 anni al massimo prima di essere assorbiti in ruolo è una condizione accettabile.
Oggi ci sono graduatorie piene di persone senza nessuna qualifica che si affacciano all'insegnamento solo per arrotondare le entrate mensili mentre tengono su uno studio privato. Ci sono molti che senza formazione si iscrivono in graduatoria dopo anni passati a svolgere un altro lavoro, per anni la scuola ha funzionato da ammortizzatore sociale e questo anche se ha portato nuove professionalità dal mondo del lavoro con contributi interessanti da un lato ha svilito la professione perchè è spesso pensata come un ripiego. Solo attraverso un percorso abilitante serio e severo si può dare dignità al corpo docente.
I docenti dovrebbero avere la possibilità di svolgere attività scientifica e di ricerca esattamente come i colleghi universitari. Oggi solo l'1% forse può farlo. Avere la possibilità di un distacco dall'attività in classe, anche solo parziale, per dedicarsi alla ricerca oppure alla formazione di nuovi insegnanti, potrebbe dare una sferzata a chi si è "annoiato", a volte uno stacco può comunque giovare. Invece spesso siamo solo gravati da nuovi obblighi, nuovi linguaggi e cambiamenti repentini che spesso non corrispondono alle vere necessità del lavoro quotidiano.
La scuola andrebbe cambiata nel profondo e non solo con spot pubblicitari e riforme superficiali.
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