Domani Livia compirà un mese. Un mese davvero complicato sotto alcuni aspetti, perché abbiamo girato davvero tanti dottori per quel suo problema. Potrebbe non essere solo un problema ortopedico ma un sintomo di una malattia genetica rara, quando ci penso mi sento un po’ venir meno, ho tanta paura e poche rassicurazioni. Per questo cerco di non pensarci, di concentrarmi sulla malattia meno grave di quelle che ci hanno prospettato. Spesso mi trovo da sola a dover parlare con i dottori perché con le restrizioni Covid può entrare in ospedale un solo genitore. Ho sempre paura di non capire, spesso mi blocco davanti a ciò che mi dicono e non riesco a formulare domande che invece mi vengono una dietro l’altra appena esco o quando ne parlo con mio marito. Quando sono lì spesso mi faccio cullare dalle parole rassicuranti del dottore e mi rifugio nella speranza che non sia niente. Ora il percorso diagnostico sarà lungo, fatto di attese, esami, day hospital e chiassa quante cose. Non era proprio questa la vita a 5 che mi ero immaginata, ma è lo stesso. Ci sono giorni in cui non ci penso e va tutto bene e giorni in cui il peso dei pensieri è devastante e tutto è estremamente difficile.
Se non ci fosse questa spada di damocle tutto sarebbe più facile e leggero, Livia è una bambina così brava ed è facile accudirla, dorme abbastanza, ciuccia tanto… e forse la ragade al mio seno sinistro è la cosa più problematica…
Verranno tempi più semplici.
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