Ho deciso di leggere anche questo testo perchè quello su Michelangelo, nonostante la mole di pagine, era corso via veloce tanto era scritto bene. Non posso dire lo stesso de Il tesoro greco che narra le avventure di Henry Schliemann durante i suoi scavi in Grecia. A mio avviso è un libro a tratti noioso, non scorrevole, che mi ha portato via molto tempo. Ma nonostante questa lentezza mi è piaciuto pèerchè mi ha immersa nel mondo degli sterri ottocenteschi. Le parti in cui si narra dello sterro mi facevano accaponare la pelle, pensavo al modo di condurre gli scavi prima di Nino Lamboglia senza alcun metodo scientifico e con il solo intento di "scoprire tesori", quindi pezzi interi, mentre oggi quanto peso si da anche solo ai carboni di un braciere? Forse la difficoltà di leggere questo libro è anche dovuta alla repulsione per il metodo poco scientifico descritto nel libro. Diciamo che erano difficoltà tutte mie, che mi soffermavo a mensare quanto abbiamo perso durante questi sterri, a quanto oggi saremmo in grado recuperare con i mezzi a nostra disposizione.
Inutile dire che mentre leggevo questo libro, la voglia di andare in Grecia è salita in modo esponenziale. Anche se la Grecia è stata la mia più grande delusione, ma avevo solo vent'anni e ancora tanto da imparare.
Inutile dire che mentre leggevo questo libro, la voglia di andare in Grecia è salita in modo esponenziale. Anche se la Grecia è stata la mia più grande delusione, ma avevo solo vent'anni e ancora tanto da imparare.
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