Finalmente sono riuscita a vedere la Camera picta o degli sposi. Ero passata nelle vicinanze di Mantova diverse volte senza l’opportunità di fermarmi e vedere questo capolavoro di Mantegna e soprattutto l’intera dimora di Isabella d’Este, la donna che preferisco nel quattrocento italiano.
Entrare non è stato facile, c’era come una forza che mi teneva lontana da Mantova e dalla camera, ma alla fine sono riuscita ad entrare, solo con Viki, ma noi siamo le amanti del genere, noi apprezziamo.
Se intendete visitarla vi ricordo che si entra solo su prenotazione e potete sostare all’interno solo 10 minuti. Per me troppo pochi. Mi sono concentrata sui dettagli, quelli che nelle foto non si vedono. Com’è steso il colore, i particolari archeologici, il paesaggio. Mantegna ha appreso il gusto antiquario nella bottega dello Squarcione a Padova, ma Mantova è un’antica città romana, ha conservato nonostante il medioevo, il gusto per il classico presente in molteplici luoghi. Vedere l’opera nel suo complesso, inserita nella sua città, è qualcosa di straordinario, che nessun testo ti può rendere. Velocemente abbiamo visitato anche il museo archeologico e apprezzato le sepolture neolitiche con il loro corredo. In realtà abbiamo apprezzato ogni singolo reperto e sono felice che Viky abbia imparato a comparare: abbiamo visto molto e si ricorda, da bambina dotata di forte senso critico riesce anche a fare comparazioni e riflessioni importanti. Anch’io da piccola avrei voluto visitare i musei, ma non mi portavano, nemmeno quando facevo il liceo artistico. Guardavo il libro sconsolata, avrei voluto vedere tutto, ma nessuno mi portava mai. Per questo porto in giro le bambine, voglio donargli questa opportunità. Sono il genitore che avrei voluto avere ma non so se sono il genitore che loro vorrebbero.
Commenti
Posta un commento