Oggi quando ho visto la faccia verde del mio collega appena sceso dall'aereo che arrivava dal Giappone sul TG1 ho deciso una cosa: non porterò mai studenti in gita per più di un giorno.
Lui si trovava in Giappone per uno scambio con due studenti, erano appena arrivati e si sono trovati a vivere l'esperienza del terremoto. Conoscendolo e vedendo la sua faccia in tv ho capito cosa ha provato e non vedo l'ora di vederlo a scuola, di sapere come ha vissuto questa terribile esperienza.
Poi ho pensato che le mie domande per Alessandria d'Egitto e Asmara sono ancora valide, potrei essere chiamata a lavorare lì, e oggi ho deciso che non andrò. Almeno per ora mi sento di rifiutare, non ho il coraggio di partire. Perchè?
Perchè sempre al tg1 ho sentito l'appello straziante di un professore di Estetica, italiano, che si trova in Giappone in una città distrutta. Si è salvato con la moglie e la figlia, non ha trovato riparo e ha passato la notte fra la neve. Ha passato tutto il giorno a cercare contatti con l'ambasciata per tornare in Italia, ma da Tokio gli hanno risposto che non potevano andare a salvarlo, almeno per ora. Stanotte ci sarebbe stata una nuova nevicata, una nevicata radioattiva e lui era disperato perchè non aveva trovato qualcuno che portasse via la sua bambina di lì.
Ci ho pensato tutto il giorno, e ora io non mi sento più di andare a lavorare all'estero, spostare la mia famiglia, metterla in pericolo solo per il mio piacere personale. E se avessi avuto il posto ad Alessandria? Quali peripezie avrei dovuto affrontare per tornare a casa a Gennaio durante la rivolta?
Meglio stare in Italia, forse questo mio sogno dovrà aspettare giorni migliori, o rimanere sogno per sempre.
Non mi ci vedo a scappare, a cercare aiuto all'ambasciata, a fare la profuga come quella mamma tedesca che si è imbarcata su un barcone di emigranti per tornare a casa... non sono fatta per questa esperienza. Non saprei nemmeno inventarmi soluzioni simili, anche se poi la drammaticità degli eventi ti fa capire dov'è la via d'uscita....
Due anni fa quando ho fatto la domanda ero più egoista, il mio mondo era forse più edulcorato, mi fidavo del futuro, oggi sarò magari spaventata da guerre civili ed eventi naturali, oppure sono diventata una madre più responsabile, non so', ma certe cose non mi sento più di farle.
Lui si trovava in Giappone per uno scambio con due studenti, erano appena arrivati e si sono trovati a vivere l'esperienza del terremoto. Conoscendolo e vedendo la sua faccia in tv ho capito cosa ha provato e non vedo l'ora di vederlo a scuola, di sapere come ha vissuto questa terribile esperienza.
Poi ho pensato che le mie domande per Alessandria d'Egitto e Asmara sono ancora valide, potrei essere chiamata a lavorare lì, e oggi ho deciso che non andrò. Almeno per ora mi sento di rifiutare, non ho il coraggio di partire. Perchè?
Perchè sempre al tg1 ho sentito l'appello straziante di un professore di Estetica, italiano, che si trova in Giappone in una città distrutta. Si è salvato con la moglie e la figlia, non ha trovato riparo e ha passato la notte fra la neve. Ha passato tutto il giorno a cercare contatti con l'ambasciata per tornare in Italia, ma da Tokio gli hanno risposto che non potevano andare a salvarlo, almeno per ora. Stanotte ci sarebbe stata una nuova nevicata, una nevicata radioattiva e lui era disperato perchè non aveva trovato qualcuno che portasse via la sua bambina di lì.
Ci ho pensato tutto il giorno, e ora io non mi sento più di andare a lavorare all'estero, spostare la mia famiglia, metterla in pericolo solo per il mio piacere personale. E se avessi avuto il posto ad Alessandria? Quali peripezie avrei dovuto affrontare per tornare a casa a Gennaio durante la rivolta?
Meglio stare in Italia, forse questo mio sogno dovrà aspettare giorni migliori, o rimanere sogno per sempre.
Non mi ci vedo a scappare, a cercare aiuto all'ambasciata, a fare la profuga come quella mamma tedesca che si è imbarcata su un barcone di emigranti per tornare a casa... non sono fatta per questa esperienza. Non saprei nemmeno inventarmi soluzioni simili, anche se poi la drammaticità degli eventi ti fa capire dov'è la via d'uscita....
Due anni fa quando ho fatto la domanda ero più egoista, il mio mondo era forse più edulcorato, mi fidavo del futuro, oggi sarò magari spaventata da guerre civili ed eventi naturali, oppure sono diventata una madre più responsabile, non so', ma certe cose non mi sento più di farle.
Mamma mia, credo proprio che anche io farei come te..in qeusti casi uno preferisce starsene al sicuro in casa proprio...soprattutto quando si è genitori!!!immagino come stia il tuo collega, io ho vissuto il terremoto in umbria ed è stato bruttissimo e non era nemmeno paragonabile a quello che hano vissuto lì!!!
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