Inutile nasconderlo, la mia passione è l'Archeologia. Infatti anche questa settima presento un'opera antica, o meglio preistorica. Questa è la Venere Paleolitica detta di Willendorf, luogo in cui è stata trovata. La Venere è una statuetta di piccole dimensioni, solo 11 centimetri, data a circa 20 000 anni fa.
Le statuette come questa sono considerate le prime forme d'arte dell'uomo. Anche per questo motivo abbiamo poche informazioni a riguardo. Si pensa che l'uomo paleolitico le intagliasse nella pietra morbida oppure nell'osso e se ne servisse per i riti legati alla fecondità. Questo lo desumiamo dai tratti femminili accentuati: grossi seni, fianchi larghi e ventre abbondante. Mentre le altre parti del corpo sono semplicemente abbozzate, come le braccia, oppure del tutto inesistenti, come il volto.
Non conosciamo né la funzione, né l'uso. Possiamo solo fare delle ipotesi. Possiamo immaginare che per la mancanza dei piedi la statuetta non dovesse stare posata su un piano ma forse conficcata nel terreno per apportargli fertilità. Possiamo immaginare appunto. Possiamo immaginare che sia un ritratto di una donna paleolitica, ma in una società basata sulla caccia e sulla raccolta di bacche spontanee... credo che sia un tantino esagerato. Poi dobbiamo anche sapere che simili artefatti sono stati ritrovati in luoghi molto lontani mentre non sono stati ritrovati esempi maschili, quindi se si trattasse di un semplice ritratto perché ritrarre solo donne e non uomini?
Probabilmente e molto più semplicemente era un'idolo, una grande madre che garantiva la fertilità, sia delle donne del clan sia delle mandrie di animali che l'uomo cacciava per nutrirsi: da qui l’esagerazione degli organi e delle parti del corpo connessi con tale funzione.
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