Se il primo capitolo della trilogia Happenstance mi era piaciuto, il secondo, Un Magnifico equivoco, mi lascia del tutto indifferente.
La trama non è poi così male, dopotutto, solo che è tirato via, senza cura e forse anche senza troppo talento. Guai della vita così grandi non si risolvono così in un battito di ciglia. Ci sarebbe da indagare psicologicamente il personaggio di Erin, ragazza vissuta con una madre alcolizzata e menefreghista, che poi si scopre figlia di una famiglia bene, ma anche presa di mira perché creduta frutto di una relazione extraconiugale... nella vita vera quando succedono queste cose non si reagisce così in un secondo, si fanno percorsi interiori elaborati. Ma tutto sommato è un libello per giovani donne che vogliono solo il lieto fine e immagino che tutte lo avremo l'otto giugno quando uscirà l'atteso terzo capitolo della saga.
Io sono per la lettura, l'importante è leggere, è sono anche convinta che i pessimi libri formino più degli ottimi libri.
Questo libro ha occupato una sera, prima di dormire, come se avessi visto un qualsiasi show televisivo spazzatura, meglio un cattivo libro piuttosto che trash tv. Quando tornerò a casa mia, sono convinta che certe sere le passerò davanti alla tv, e un po' questi libri mi mancheranno.
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