Passa ai contenuti principali

Il Museo Del Tessuto di Prato


Dopo tanti anni sono andata a fare una gita con la scuola, non mi capitava da tanto. Siamo andati a Prato al Museo del tessuto. Se vi capita portateci i bambini. La collezione permanente del museo è costituita da pezze di tessuto di vario genere e oggi la collezione è stata resa didattica con un approccio tattile e secondo me è molto bello e utile per un bambino poter toccare con mano il cotone e distinguere le fibre sintetiche da quelle naturali. Non è così scontato il processo che porta alla creazione di quello che indossiamo e ricordiamoci che l'industria tessile è qquella più antica sia come artigiato che come industria! Quindi l'esperienza in sè è molto bella proprio perchè abbiamo i tessuti sott'occhio ogni giorno eppure non abbiamo idea di come vengano fatti.

Noi siamo andate per la mostra temporanea sui costumi del film di Sofia Coppola "Maria Antonietta". Con una classe in particolare avevo fatto un percorso sulla storia degli abiti dal 500 fino alla regina Vittoria passando appunto attraverso dei film che si erano distinti per i costumi come ad esempio Shakespeare in Love, quindi questa mostra è capitata a fagiolo insrendosi perfettamente nella mia programmazione. Ovviamente la mostra comprende abiti di scena ma anche una piccola contestualizzazione sulla moda del 700 con un abito femminile e uno maschile originali, veramente molto belli e soprattutto ben conservati. Per assurdo in Italia, che è la patria mondiale delle manifatture e dei marchi dello stile e della moda, mancano i musei ad essa dedicati, ed è molto difficile studiare la storia e l'evoluzione della moda. Sono rare le mostre di abiti antichi o anche di abiti di scena. Forse perchè abbiamo un patrimonio artistico immenso e queste cose sono considerate di serie B rsipetto ad altre, eppure io trovo così tanta soddisfazione a studiare la storia del costume piuttosto che altre cose....

Se siete in zona, una visita la merita tutta! Qui trovate le info utili.

Commenti

  1. Spero proprio di potere andare anch'io a vederla. A Firenze c'è la galleria del Costume, probabilmente la conosci... Atapo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sono andata qualche anno fa con Vittoria, mi aveva incuriosito un post di Ody e non potevo correre a vederla...

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Amore e Psiche

Canova rappresenta in  Marmo la favola di Amore e Pische tratta dalle Metamorfosi di Apuleio: Amore ama la fanciulla Psiche ma pone come condizione che ella non cerchi mai di vedere il suo volto visto che si presenta da lei solo di notte. Psiche spinta dalla curiosità e istigata dalle sorelle gelose manca al patto e cerca di scoprire chi sia il suo amante e il dio s’invola. Psiche, per ricongiungersi ad Amore dovrà superare una serie di ‘prove iniziatiche’, l'ultima consiste nel recarsi negli inferi e chiedere a Proserpina un po' della sua bellezza.

Venere di Milo a cassetti

Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...

Buona festa del papà

  È un po’ che non scrivo, ma ogni giorno mi chiedo se abbia senso farlo ancora. Per il secondo anno consecutivo non avremo la festa del nostro patrono, San Giuseppe,le. Restrizioni Covid ce lo impediscono ancora. Per noi San Giuseppe è aria di fiera, porchetta e Brigidini. Un’aria frizzantina, il primo sole che scalda. Cercare in fiera qualcosa adatto a papà: il bicchiere con il suo nome, un nuovo tipo di cesoie, il nuovo portachiavi. E anche quest’anno niente. E oggi ci godiamo solo un giorno senza dad, un giorno senza pc. E papà si godrà l’abbraccio delle sue due bambine e un po’.

La stele di Hammurabi

Questa opera mi affascina da quando avevo 8 anni e non ha mai smesso di esercitare il suo magnetismo e il suo fascino su di me. L'ho vista e ammirata al Louvre e sinceramente me ne sono innamorata subito.  In verità mi piace tutta la civiltà mesopotamica e vi consiglio di andare qui per farvene un'idea più precisa.

Corcos, ritratto di signora con due adolescenti

Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.

Risposta a una lettera di Helga

Capita che casulamente mi imbatta in un libro che mi piace. Qualchevolta. Finalmente ho trovato un libro che mi è piaciuto tantissimo, che mi ha preso come pochi, che mi ha regalato un paio d'ore fantastiche, si perchè quand mi imbatto in qualcosa di piacevole e interessante i libri mi scappano via tra le mani, così... velocemente. Questa è una lunga lettera a Helga, amore perduto di Bjarni. Bjarni ci racconta, ad un passo dalla morte, tutti i suoi rimpianti, i suoi dolori, il suo amore. MA anche la devozione per sua moglie e per la sua terra. Uno spettacolare viaggio in Islanda, l'Islanda brulla e fredda, ma anche magica. Terra quasi disabitata ma con grandi tradizioni magiche e pastorali. Bello, bello davvero, e l'ho sempre saputo, dal momento in cui l'ho incontrato in libreria. Questo libro, può tornare utile per la reading Challenge 2019: MI pacerebbe che se ne facesse un film , si presta molto. E' un libro di letteraura nordica , anche se non è proprio a...

Margherita di Brabante, Giovanni Pisano

Oggi vorrei aggiungere alla mia webgallery questa scultura di Giovanni Pisano, il ritratto di Margherita di Brabante, la moglie dell'imperatore Arrigo VII, sì l'Alto Arrigo di Dante, colui che doveva riunire l'Italia e far terminare la lotta fra Guelfi e Ghibellini, ma che morì presso Siena, prima di raggiungere Roma. In pochi sanno che la moglie morì a Genova colpita dalla peste nel 1311 e la città volle celebrarla con un monumento funebre esemplare e diede l'incarico a Giovanni Pisano di realizzarlo.

Scommettiamo che ti faccio innamorare?

Ero alla ricerca di una nuova serie che mi facesse compagnia alla sera  prima di dormire. Leggera e senza troppe pretese, quindi ho iniziato questa di Emma Hart. Ho come l'impressione che non andrò avanti. Il romanzo mi è parso autoconclusivo, i due protagonisti non mi hanno presa e sinceramente non ho nessunissima curiosità di sapere quale materiale narrativo sia andata a pescare l'autrice per scrivere altri 3 libri. Credo che non lo scoprirò mai. Così poco tempo, così tanti libri da leggere, questo non mi ha preso quindi passo avanti. A forza di provare troverò la serie che mi prende.

Noi che leggevamo Cioè

Già in 5 elementare mia mamma mi comprava Cioè, ma guai a portarlo a scuola! La suora ne aveva strappato una copia alla mia compagna dicendo che lo scriveva il diavolo in persona, ma noi dove le prendevamo se no le foto di Jovanotti? Dove avrei trovato un poster da attaccare in cameretta con la moto del Jova? Mi pare di parlare di preistoria, ma sono passati meno di 30 anni dai tempi in cui Jovanotti cantava "E' qui la Festa" oppure "Sei come la mia moto" mentre mia figlia canta " Come il crimine senza regole" di J Ax e Fedex. Forse io da Cioè ho anche  acquisito tutte quelle informazioni che non ho mai avuto bisogno e coraggio di chiedere a mia mamma, mentre mia figlia cade continuamente dal pero chiedendomi tutto, proprio tutto, perché lei i giornaletti non li compra, i suoi idoli li trova su you tube,  su google e si scarica le immagini e non ha proprio bisogno di comprare Cioè e di conseguenza non legge quegli stupidi articoli sui ragazz...

Toulouse Lautrec “Moulin Rouge. La Goulue”

Aggiungo, oggi,  alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch...