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Una famiglia divisa


 Proprio quando i contagi sono in discesa, proprio quando la mia città ha numeri da zona bianca, il Covid si è insinuato nella mia famiglia. Il bambino che siede davanti a Rachele in classe è positivo. Rachele risulta contatto di positivo ed ora è in quarantena. Lei chiusa nella sua stanza, da sola. Io sono venuta via di casa, il mio dottore mi ha consigliato di stare da mia mamma, non si sa mai, con la mia situazione clinica ci manca il covid e poi devo cercare di mantenermi “pulita” per la prossima trasfusione, il 17 maggio. Ne ho bisogno, non posso saltare.

Così da oggi siamo una famiglia divisa. Io qui con la piccola nella pancia e loro a casa da soli. Divisi.

Abbiamo fatto tanto per tutelarci e ora che i contagi sono così pochi, oggi solo 20 nuovi positivi, noi ne conosciamo tre! Finché sono stata al lavoro non ho mai incontrato un solo studente positivo e ora mi ritrovo con la bambina in quarantena. Purtroppo le occasioni di contagio sono state molte quel lunedì, Rachele mi ha raccontato che sia durante la merenda che durante il pranzo il bambino si è girato, ha parlato con lei, toccato il suo banco. Mentre mangiano ovviamente non indossano la mascherina. Per questo io sto qui da mia mamma, indosso la mascherina con lei, sperando di non esser già stata contagiata e di non contagiare lei. Noi siamo liberi ovviamente, nel decreto di quarantena è chiaramente scritto. Però la prossima settimana faremo tutti il tampone, per il mio dottore è assolutamente necessario, tra me e mio marito non so chi è il più fragile.

Mio marito è arrabbiato, paghiamo la leggerezza degli altri. Io sono rassegnata, purtroppo per quanto si sta attenti si dipende dal prossimo. Sono cose inevitabili durante una pandemia. Avrei preferito evitare questa situazione, ma non possiamo farci niente. 

Saranno giorni lunghi in attesa dei tamponi, non possiamo farli subito: sarebbe inutile. 


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