Oggi scelgo di aggiungere alla mia galleria quest'opera di Caravaggio perché nei giorni scorsi ho letto su qualche social la polemica legata all'interpretazione sgarbiano dello sguardo di Giuseppe: sarebbe un chiaro ammiccamento sessuale all'angelo.
Lì per lì mi son detta: "solita piazzata del solito personaggio". Ho osservato quello sguardo più e più volte. Io ci vedo solo lo sguardo stanco di Giuseppe che semmai dice "non mi rompere il belino, voglio dormire anch'io". Mi pare più ardente di desiderio lo sguardo dell'asino, a dire la verità.
Sinceramente io non sopporto queste letture interpretative, della serie c'era chi sosteneva che comunque Caravaggio era gay e quindi per questo Giuseppe brama di desiderio vedendo l'angelo, mentre Maria è assopita.
Io continuo a vederci solo una cosa: un momento di riposo durante la fuga. Maria preoccupata cinge il frutto del suo seno, ma ormai stanca, si lascia andare al sonno. Giuseppe intanto veglia sui due reggendo in mano uno spartito, accanto a lui l'angelo suona la melodia che serve a tranquillizzare la famiglia in fuga. L'angelo idealmente segna una netta divisione fra il mondo reale e quello idealizzato, fra terra e paradiso. Da una parte Giuseppe che rappresenta l'antico testamento e la realtà, dall'altra Maria e Gesù che sono il nuovo, la promessa del Paradiso.
Peccato che in Italia ci sia sempre bisogno di creare clamore per interessarsi all'arte. Se non c'è clamore (e contenuti pruriginosi) nessuno si ricorda che l'arte esiste.
Commenti
Posta un commento