Ogni volta che devo scrivere qualcosa su un libro appena ultimato il mio pensiero va subito ad indagare la provenienza del libro. Perché l'ho letto? Faccio fatica a ricordarlo. Ricordo di averlo comprato quest'estate, quando ho preso una versione dell'Ulisse di carta e c'era la promozione Mondadori solo se si acquistava più di un libro, e questo mi pareva l'unico interessante tra i presenti, ultimamente faccio fatica a comprare nelle librerie della mia città, così sfornite, così lontane dai miei gusti (a dire il vero lo sono sempre state, evviva l'e-commerce!).
Avevo già appuntato il nome di questa autrice americana da diversi mesi, probabilmente mi ha incuriosita il suo nome in qualche rivista letteraria o in qualche blog e ho pensato che facesse per me.
Infatti fa per me.
Ho adorato il suo modo di scrivere, il flusso di coscienza, il modo di torturarsi della "ragazza bianca", il filo dei suoi pensieri seguito con precisione chirurgica senza esprimere giudizi. E sono felice di aver acquistato questo libro di carta perché è un buon libro, un libro da consigliare. Un libro che non finisce, un libro che lascia molti spazi per riflettere. Una storia che torna alla mente, che apre il pensiero anche quando non ci pensi più. Un libro sottolineato più volte.
"L'uomo saggio costruisce la propria casa sulla roccia, l'uomo sciocco costruisce la sua sulla sabbia. Ma sai, l'uomo sciocco deve sempre dare la colpa a qualcun altro per la propria stupidità".
Solo ora mi rendo conto della quantità di dubbi che ho sulla storia della "ragazza nera" Minette, e quanti me ne vengono sulla "ragazza bianca" Genna. Le colpe dell'una e dell'altra si attorcigliai e si intrigano e solo ora mi balenano alla mente episodi dal doppio risvolto, episodi dove solo il lettore può decidere quale faccia della storia accettare. Sono questi i libri che adoro, che mi piace leggere. I libri che ti fanno pensare anche giorni e giorni dopo che li hai finiti, libri in cui ti immedesimi, libri in cui i personaggi diventano tuoi amici.
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