Questo è il periodo delle castagne. Finalmente i miei boschi sono pieni di castagne grandi e belle come erano anni che non accadeva. L'impegno della mia generazione a salvare il nostro paese e le tradizioni dei nostri nonni ha dato i suoi frutti: le castagne.
Il paese era vestito a festa e mostrava a tutti il suo bene più prezioso: la castagna. La polenta di castagne era la colazione dei miei nonni negli anni 30 e 40 del novecento.
La mattina la casa si svegliava e nel paiolo dentro al camino veniva cotta la polenta di castagne e messa sul tavolo. Gli abitanti si svegliavano e prendevano una fetta di polenta e un po' di formaggio, oppure la polenta era inzuppata in una tazza di latte appena munto. Questo era l'antico buongiorno nei mesi in cui non c'era altro da mangiare. Poi un pezzo di pane di farina di castagne che si chiama Marocca e un pezzo di formaggio e via con le pecore tutto il giorno. La sera nel paiolo sobbolliva il minestrone sempre caldo per chi aveva lavorato tutto il giorno. E la domenica? Tagliatelle con il ragù e quando non c'era la farina bianca si usava quella di castagne anche per quelle. La castagna ha sfamato la mia terra per secoli. E oggi invece è un cibo da recuperare che è andato perso. La polenta di castagne si mangia poco, è per un dì di festa... anche per il costo... oggi le castagne viaggiano a 8/10 euro il chilo, una cifra da ricchi rispetto al grano. Tutto capovolto.
Oggi pomeriggio la mia casa era piena, il camino acceso, le castagne scoppiettavano, una, due, tre padelle... castagne per tutti e tutti seduti intorno al fuoco come una volta a raccontarsi le cose e le storie. Sedersi attorno al fuoco slega la lingua, salda gli animi. In questo periodo di guerre, di terrore e di cose brutte giornate come queste, ritorno al passato, sono quanto di più bello mi poteva accadere e le accetto come un dono.
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