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Calvino, Marcovaldo

Ho letto per la prima volta questo libro 28 anni fa, quando ero in quinta elementare e la Maestra ne aveva letto dei brani in classe. Mi era piaciuto così tanto che avevo obbligato la mamma a comprarmelo. Mi ricordo come se fosse ieri quando l'ho trascinata in libreria a chiedere questo libro. Mi ricordo che lo abbiamo comprato, ma sinceramente oggi non so dove sia finito. Se è in casa oppure se è nel fondo con tanta parte della mia personale biblioteca. Mi ricordo che lo avevo letto e lo avevo trovato divertente. Avevo solo 9 anni, e se avessi avuto vicino un "Monaldo Leopardi" come sono io per le mie figlie avrei inviato così la mia carriera da lettrice, ma purtroppo le cose sono andate diversamente.
Ora ho tutta l'opera di Calvino sui Meridiani ma anche in ebook sempre con me, un insegnante ha sempre con se dei libri salva ora come Calvino, Buzzati, Benni. E Marcovaldo proprio quest'anno è stato oggetto di analisi approfondita con i miei alunni rifugiati, l'ho trovato anche in francese ed è stato davvero facile poterne parlare e usare Calvino come base delle nostre lezioni di Italiano.
Così me lo sono riletta tutto, non fa mai male. Certi racconti li so a memoria, ma è sempre così bello incontrare vecchi "amici", si perché i libri sono come gli amici: ti piace incontrarne di nuovi, ti piace passare del tempo con chi conosci già, ti piace stare con qualcuno che conosci da tempo.
E ora insisto con la Viki, mi piacerebbe che lo leggesse prima della fine della quinta, insomma prima delle medie, solo che in questo momento è sempre più invasata con Geronimo Stilton, una passione che proprio non riesce a spegngersi...


«In mezzo alla città di cemento e asfalto, Marcovaldo va in cerca della Natura.
Ma esiste ancora, la Natura? Quella che egli trova è una Natura dispettosa, contraffatta, compromessa con la vita artificiale.
Personaggio buffo e melanconico, Marcovaldo è il protagonista d'una serie di favole moderne, dove Italo Calvino va segnando, come in un suo blocknotes segreto, avvenimenti impercettibili nella vita di una grande città industriale, quali possono essere il passaggio d'una nuvola carica di pioggia o l'arrivo mattutino d'uno sbuffo di vento. Quando le avventure di Marcovaldo hanno raggiunto un bel numero, seguendo come un colorato calendario l'alternarsi delle stagioni, Calvino le ha disposte in un libro. Partite come divagazioni comico-poetiche sul tema - "neorealistico" per eccellenza - della più elementare lotta per la vita, le venti favole di Marcovaldo arrivano alla rappresentazione della più complicata realtà d'oggi, alla satira del "miracolo economico" e della "civiltà del consumo"; ma sempre restano fedeli a una classica struttura narrativa: quella delle storielle a vignette dei giornalini per l'infanzia.
Marcovaldo non è altro che un Fortunello contemporaneo, un Bonaventura all'incontrario, un Pampurio dei caseggiati popolari.»


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