Il mio genere preferito è il romanzo, poi viene la poesia. Con i racconti faccio fatica, con il teatro non mi ci metto neanche.
Però devo dire che questi raccontini mi sono piaciuti. Questo è il libro di esordio di Francesco Piccolo e un po' si sente, ma allo stesso tempo è piacevole leggere queste storie dove i protagonisti sono i figli.
Il titolo è accattivante e per questo mi aspettavo qualcosa di diverso, ma non ne sono rimasta totalmente delusa.
9 piccoli racconti agili e veloci che ci lasciano il tempo di riflettere.
Lo consiglio per quando avete un paio di ore libere.
Perché la mamma che un tempo raccomandava al figlio di stare sempre dal lato interno del marciapiede ora che lui ha un fratello minore gli raccomanda di lasciare quello dalla parte più sicura? E' quanto si domanda il protagonista del primo racconto, con divertito stupore e con la nuova consapevolezza che sono spesso le piccole cose a dimostrarsi rivelatrici. Questi racconti di infanzie, adolescenze e giovinezze campane ci conducono per mano, con il sorriso a fior di labbra, attraverso storie di vita ordinaria, originate da dettagli e particolari minimi. Ma sono solo apparentemente insignificanti, e svelano una profondità inaspettata sotto la superficie delle cose e degli eventi. Gli episodi sono semplici, gli spunti presi da una pacata, e tuttavia evocativa, quotidianità: un saluto sempre uguale; le caramelle di un tempo che erano un colorante unico; la convinzione tutta meridionale che non piove mai e gli ombrelli non servono... Perché si può anche fissare il dito che indica la luna anziché il cielo per comprendere molte cose.
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