Questo è uno dei libri consigliati dal mio collega, uno di quelli da leggere prima della maturità e che io mi trovo a leggere adesso a quasi 20 anni dalla mia e dopo alemeno 15 anni dalla laurea.
Lo ammetto non mi ha entusiasmata particolarmente, ma capisco il consiglio di lettura: è una poesia così diversa dalla nostra, che però in qualche modo ha influenzato tantissimo la nostra cultura del 900. Certo quando pensi al giapponismo pensi sempre e solo alle altri figurative, alla decorazione, invece anche la poesia e tutto quello che è il Giappone ha influenzato la nostra cultura in quegli anni.
Ho trovato molte Eco, spunti interessanti e lo ammetto è indispensabile venire in contatto con questo tipo di poesia per comprendere meglio il nostro panorama poetico.
L'antologia presenta, divisa in due sezioni, oltre sessanta testi
giapponesi in traduzione italiana, a partire dalla più antiche forme del
tanka, attraverso la fioritura degli haiku, fino agli esperimenti in
verso libero dei poeti nipponici novecenteschi. La poesia riflette
l'essenza della sensibilità giapponese, e occupa un ruolo paragonabile a
quello che, nella cultura occidentale, spetta alla filosofia. Tutti i
poeti giapponesi sono convinti di un concetto-chiave del Taoismo: "la
più grande abilità assomiglia alla mancanza di abilità". Solo ciò che si
presenta in forma semplice e pura può brillare di intima luce.
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