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Sull'incendio di Londra e sulle cose da conservare

Oggi alla notizia dell'incendio di Londra mi è scattata questa riflessione: in casi come questo perdi tutto, cosa ti rimane?
Nel mio caso mi riimarrebbe quello che ho adosso. Non credo riuscirei ad avere la prontezza e la freddezza per afferrare qualcosa, forse il telefono, forse. Mi occuperei piuttosto delle persone piuttosto che delle cose.

Nel momento in cui mi avessi salvato le persone, cosa piangerei? Innanzi tutto il tetto che mi copre la testa, credo che la casa sia la cosa più importante, ma senza fermarci a queste grandi cose, mi riferisco a quello che la casa contiene. Qualche tempo fa spopolavano i libri sul riordino e sul separarsi dalle cose. In un caso del genere perderei tutti i miei libri. Un dolore grande, non c'è dubbio, specialmente piangerei tutti i miei meridiani, ma quelli si ricomprano. Ora come ora non ho neanche vestiti a cui tengo particolarmente, mi spiacerebbe non c'è dubbio, ma son cose che vanno e vengono.
Mi dispiacerebbe molto perdere anelli, colanne e orecchini. Quello davvero tanto. Si che si ricomprano anche quelli, ma di solito quelli hanno anche un valore affettivo importante e non averli più mi dispiacerebbe tanto. Mi dispiacerebbe perdere anche tutte le foto dei nonni. E tutte le nostre. Al pensiero che mi rimarebbero solo le foto caricate sui social mi prende propio male. troppi momenti persi. E la cosa che mi spiacerebbe perdere di più sono tutti i miei scritti.I miei diari, le mie carte. Ci sono pagine e pagine dove ho scritto cose che non volevo dimenticare, la storia della mia famiglia, che ora non ricordo, ma so che è scritta lì, e se la perdo è persa per sempre perchè nessuno la potrà più racconatre.
Mi spiacerebbe perdere anche il corredo ricamato di mio marito, anche quello è un pezzo di storia della famiglia, una cosa che una volta perso non torna più. Nessuno te lo può ridare.

Ho l'ansia del dimenticare, ho l'ansia dell'oblio. Sono una storica del resto.
E voi cosa non vorreste mai perdere?

Commenti

  1. Sai che anche a me è capitato a volte di avere questo tuo pensiero? Ma l'ho poi sempre allontanato, cioè, non sono riuscita a dare una risposta, era troppo doloroso... Mi auguro solo che non debba mai accadere una cosa simile. Mi rispondo, come in altre occasioni, che preferisco non fare ipotesi, ma che "al momento si vedrà". Ricordo solo che quando ci fu il terremoto in Friuli del 1976 noi a Bologna al quinto piano lo sentimmo abbastanza forte: era sera, io presi dalla culla mio figlio di due mesi e la sua copertina, passando dall'ingresso afferrai al volo la mia borsa e le chiavi di casa e ci precipitammo giù per le scale. Mio marito corse fuori senza prendere niente. Arrivati in basso sbiancò, perchè era convinto che le chiavi fossero rimaste in casa e che non potessimo riaprire la porta... ATAPO

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    1. Nel caso del terremoto è capitato anche a me di stare lì e pensare e ora cosa prendo? Mio marito consiglia sempre le scarpe e qualcosa di caldo; ma in caso di incendio bisogna scappare a gambe levate! Invece mi capitò una volta che piovve dal tetto e proprio sui miei diari! meno male che li ho messi in una busta impermiabile!

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