quando ero piccola ascoltavo sempre i nonni che mi raccontavano le storie, soprattutto le storie della guerra. I miei nonni erano contadini ed erano abituati a raccontare storie. Io ho raccolto la loro eredità e spesso racconto storie che ho ascoltato e che ho vissuto per potere mantenere viva la memoria.
Il 9 novembre 1989 avevo 10 anni. Era abitudine nella mia famiglia guardare il telegiornale e parlare di attualità, quindi sapevo cosa stava accandendo. Udite, udite, ne parlavamo anche a scuola! Alle elementari non si parlava solo di cose lontane ma anche di quello che accadeva ogni giorno e la nostra maestra non aveva davvero paura a scandalizzarci dato che si parlava di Shoah senza giorno della memoria e si parlava di molte cose, anche tragiche, senza paura di traumi.
Avevo solo 10 anni, uno in più di Rachele adesso e frequentavo la quinta elementare. Ero molto impressionata dal muro. Infatti ho messo questa foto che per me ha un significato profondo. Sapevo che il muro aveva diviso delle famiglie, sapevo che il muro divideva una città e sapeva cosa accadeva a chi lo oltrepassava. Ricordo quando dicevano al tg che delle persone erano morte mentre cercavano di oltrepassare il confine. ed è quello che ricordo con più terrore, le storie di chi passava il muro. Mi colpiva la mancanza di libertà, trovavo davvero inconcepibile questa divisione, ma avevo solo 10 anni. Ricordo quando dissero al tg che il muro era stato abbattuto, ricordo tutte quelle persone che circolavano liberamente.
In qualche modo ho vissuto parte della mia vita in un mondo diviso, in un mondo dominato dai muri. Ho assaporato l'estrema libertà nata dall'abbattimento dei muri, il mondo in una mano. Oggi che sono io l'adulta mi spavento a sentir parlare di muri. Se i muri tornano significa che qualcosa è andato storto. Mi trovo a pesare che l'estrema protezione che operiamo nei confronti dei nostri figli porti loro a pensare che sia lecito erigere un muro. Occorre comunicazione. Occorre la storia. “La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l'uomo è ridotto al rango di animale inferiore.” (Malcom X).
"La storia insegna, ma non ha scolari." (Antonio Gramsci)
Il 9 novembre 1989 avevo 10 anni. Era abitudine nella mia famiglia guardare il telegiornale e parlare di attualità, quindi sapevo cosa stava accandendo. Udite, udite, ne parlavamo anche a scuola! Alle elementari non si parlava solo di cose lontane ma anche di quello che accadeva ogni giorno e la nostra maestra non aveva davvero paura a scandalizzarci dato che si parlava di Shoah senza giorno della memoria e si parlava di molte cose, anche tragiche, senza paura di traumi.
Avevo solo 10 anni, uno in più di Rachele adesso e frequentavo la quinta elementare. Ero molto impressionata dal muro. Infatti ho messo questa foto che per me ha un significato profondo. Sapevo che il muro aveva diviso delle famiglie, sapevo che il muro divideva una città e sapeva cosa accadeva a chi lo oltrepassava. Ricordo quando dicevano al tg che delle persone erano morte mentre cercavano di oltrepassare il confine. ed è quello che ricordo con più terrore, le storie di chi passava il muro. Mi colpiva la mancanza di libertà, trovavo davvero inconcepibile questa divisione, ma avevo solo 10 anni. Ricordo quando dissero al tg che il muro era stato abbattuto, ricordo tutte quelle persone che circolavano liberamente.
In qualche modo ho vissuto parte della mia vita in un mondo diviso, in un mondo dominato dai muri. Ho assaporato l'estrema libertà nata dall'abbattimento dei muri, il mondo in una mano. Oggi che sono io l'adulta mi spavento a sentir parlare di muri. Se i muri tornano significa che qualcosa è andato storto. Mi trovo a pesare che l'estrema protezione che operiamo nei confronti dei nostri figli porti loro a pensare che sia lecito erigere un muro. Occorre comunicazione. Occorre la storia. “La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l'uomo è ridotto al rango di animale inferiore.” (Malcom X).
"La storia insegna, ma non ha scolari." (Antonio Gramsci)
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