Questo è uno dei titoli della mia super lista dei libri da leggere prima del diploma (ho vent'anni di ritardo ma non vale), forse ho scritto altre volte di questa lista, una lista lunghissima di oltre 300 libri che gli studenti di un mio carissimo collega ricevevano in quarta ginnasio e dovevano completare prima della terza liceo, circa 60 libri all'anno, e costituivano la preparazione necessaria alle sue lezioni. Cosa d'altri tempi e cosa riservata solo al liceo classico, vista la fatica che faccio a far leggere i miei studenti anche un solo libro nei tre mesi estivi. Io ho questa lista da anni e spunto non più di tre o quattro libri l'anno, penso che mi accompagnerà tutta la vita.
Non so dire se questo libro mi sia piaciuto davvero. Non so dire se ho afferrato il vero senso di questo libro. Sto leggendo solo libri impegnativi in questi mesi e non ho mai un vero stacco con un libro leggero e quindi non ho il tempo di far sedimentare tutti gli interrogativi del libro che altri si affollano nella mia mente.
Si tratta di un'allegoria esistenzialista sulle atrocità della guerra, narrata in terza persona da Riuex che dice di basarsi sui taccuini di Tarrou per essere obbiettivo e concentrarsi solo sui fatti e non sulle emozioni e sulle sensazioni. Eppure queste emergono da questa scrittura sobria e asettica. Tarrou nei suoi taccuini invita a vigilare sempre sul possibile ritorno della peste, mai lettura potrebbe essere più attuale ai nostri giorni. Oggi giorno viviamo in un momento in cui "la peste" è latente e pochi di noi si fanno baluardo per evitare il suo ritorno. I ragazzi hanno davvero bisogno di riflettere su questi temi ... peccato siano così lontani dalla lettura.
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