Black Lives Matter , suprematismo bianco e politicamente corretto Sono stati nodi concettuali che spesso ho analizzato e discusso in classe con i miei studenti.
Da storica, da storica dell’arte, da studiosa di letteratura non ho mai apprezzato la damnatio memoriae, trovo che la conoscenza sia il mezzo attraverso cui si arriva al rispetto.
Mi piace scoprire altri punti di vista, anche quello dei perdenti, anche se sappiamo benissimo che la storia la scrivono i vincitori. Mentre in questo momento tutti vogliono cancellare.
Arrivano continuamente dagli USA notizie di banni di opere letterarie come Via con il vento, persino di cartoni animati come Dumbo e ora lo smantellamento del dipartimento di cultura classica alla Howard, dopo le accuse di razzismo mosse a Omero. Qui in Italia è difficile comprendere queste cose, ci sono davvero lontane, non le capiamo. Come non capiamo una Anna Bolena interpretata da un’attrice nera, possono spiegarla in milioni di modi, ma noi europei abbiamo ben presente i dipinti che la ritraggono e ci aspettiamo qualcosa di somigliante a quell’immagine, allo stesso modo la prenderemmo se ci presentassero un Dante senza naso aquilino anche se sappiamo che molto probabilmente aveva un naso normale (e ce lo dice Giotto, mica uno a caso). La nostra cultura si fonda sulle immagini e sullo scopo didattico di esse, quindi ci aspettiamo che tali immagini siano così. Questo per dire che noi europei siamo lontani da queste ideologie, non vediamo questo suprematismo bianco, come è molto sentito invece negli USA. La vicenda di Floyd sicuramente è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già stracolmo ma vedendola da fuori piuttosto che adoperare una censura della cultura bianca si dovrebbe semplicemente riformare la polizia, riformare le istituzioni, andare al nocciolo del problema senza andare a scomodare Cristoforo Colombo, che in America nemmeno ci voleva andare.
Io rimango per la conoscenza, per il concetto di historia magistra vitae, per me la tolleranza viene dalla conoscenza, dalla condivisone, non dai banni. Anche partecipando ai vari contest di lettura americani ho sempre constatato un certo razzismo intrinseco nei vari prompt proposti, come per esempio leggere libri di autori appartenenti a minoranze o scritti da scrittori neri. Queste cose mi hanno sempre messo in difficoltà perché se leggo un libro di un autore non mi chiedo mai di che colore sia la sua pelle e sinceramente non mi importa. Per esempio ho scoperto oggi che Ermal Meta è di origine albanese, ma per caso, perché lo hanno specificato al tg, ma io quando ascolto una canzone e la sento nella mia lingua non mi faccio questo tipo di domande, e ora anche sapendolo non mi cambia niente.
Generalmente se leggo un libro o ascolto una canzone non mi chiedo quale sia la nazionalità, il colore della pelle o la religione dell’autore. A volte mi pongo questa domanda solo perché voglio esplorare le letterature nazionali, non per altro o perché mi interessa quale sia la lingua originale in cui il libro è stato scritto e che ovviamente sto leggendo in traduzione. E Credo che siano cose che nessun europeo si chiede, ma evidentemente l’America non è depositaria di quei valori di democrazia che tanto sbandiera nel mondo se un lettore si chiede quale sia il colore della pelle dello scrittore di cui sta per leggere il libro. Questo è ciò che penso e non vorrei offendere nessuno, anzi vorrei arrivare ad una più alta e approfondita conoscenza del problema. Ho letto libri su varie tematiche, come la schiavitù, il problema dell’immigrazione, sulla povertà e sul grande divario sociale negli Stati Uniti e sono stata contenta che esistessero libri e punti di vista diversi su questo argomento. Se dovessimo operare una damnatio memoriae come ci propongono come riusciremmo a farci un’idea sull’argomento? Cancellare la storia per aggiustare il presente non è una soluzione, i problemi vanno affrontati per quello che sono oggi. Forse se molti americani sono così razzisti ci sarà un problema di scarsa conoscenza? Di Ignoranza? E per quel che ne so l’ignoranza e il pregiudizio non si combattono con banni e censure ma solo con la conoscenza.
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