Avevo messo in conto alcune difficoltà che avrei potuto incontrare in questi 9 mesi, ma sinceramente non così tante. Certe volte mi viene da dire “chi me lo ha fatto fare” anche se poi penso al dopo quando sarà tutto in discesa, spero. Anche perché durante queste giornate difficili spesso mi trovo a pensare come sarà dopo, come sarà questa bambina che si fa sentire sempre più spesso. Un diavoletto come sua sorella maggiore, che poi con il tempo è diventata una teenager ponderata e calma, con grandi capacità riflessive, oppure un angioletto come sua sorella di mezzo che però ora che si affaccia alla preadolescenza inizia a darmi filo da torcere?
Non lo so, ho paura che sia ingestibile, che non dorma mai, che attirerà tutte le attenzioni di tutti e che avremo un momento difficile. Forse perché proietto le difficoltà di questi mesi sui successivi.
L’esperienza non sarà di certo paragonabile alle altre due, adesso in casa siamo in 4 e tutti capaci di contribuire all’andamento della casa, quindi sarà difficile perder il senso del tempo come la prima volta. Come famiglia abbiamo abitudini consolidate che sarà difficile scardinare. Questo lo so perché quando è arrivata Rachele il senso del tempo è rimasto inalterato.
Ogni giorno ho qualche paura in più, ho paura che accada qualcosa, che le cose non vadano come avevo immaginato. Già la decisione di partorire al Gaslini e non qui è il segnale della mia paura. Voglio essere tutelata in ogni aspetto, non voglio che qualcosa vada storto. Al gaslini fanno molti più controlli, molti più screening rispetto a qui. 14 e 11 anni fa non mi ero posta questi problemi, non avevo nemmeno idea di cosa volesse dire scegliere un punto nascita. Forse per questo i figli vanno fatti da giovani, quando si è spensierati, quando il domani non fa così paura. A 40 anni suonati si conosce un po’ di più il mondo è certe paure si fanno più vive.
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