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Non dire gatto se non ce lo hai nel sacco


 Non ho fatto in tempo a pentirmi di essere andata in maternità anticipata che la mia situazione sanitaria è precipitata. Da lunedì entro ed esco dall’ospedale perché non sto bene, non riesco a stare sveglia e nessuno sembra capire cosa ho.O almeno tutti sanno qual è il mio problema, la talassemia, ma nessuno sa trattarla.

Domani ho l’appuntamento al centro delle talassemie per vedere come procedere. Essere portatori sani della malattia non significa non avere nessun problema. Quando qualcosa nel mio fisico non va eccola che esce subdola e mi sfianca.Non mi permette di guarire velocemente da sciocchezze, si insinua rendendomi vulnerabile. Solo che molti medici non la considerano o non la conoscono e la ignorano, ma è sempre colpa sua se non riesco a guarire o se ho sintomi amplificati. 

Per domani mi hanno optato due soluzioni: endovena di ferro o trasfusioni.  Vediamo cosa decideranno. 

Per tanti anni ho rifuggito il terzo figlio perché non volevo stare male, non volevo più il diabete. Ma in 10 anni si dimenticano tante cose, specialmente quelle brutte. Pensaco che sarebbe stato tutto gestibile e affrontabile. La felicità di aver un bambino piccolo da accudire ha offuscato le difficoltà. Se così non fosse forse ci saremmo già estinti. Tengo duro e vado avanti.

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